Il governo indonesiano sta seriamente considerando l'introduzione di restrizioni severe sui videogiochi violenti, una mossa che arriva in seguito a un tragico evento: l'esplosione in una scuola-moschea a Jakarta. L'attentato, che ha causato il ferimento di quasi cento persone, sarebbe stato compiuto da uno studente di 17 anni, vittima di bullismo, che avrebbe costruito un ordigno rudimentale. Questo drammatico episodio ha riacceso il dibattito sull'impatto dei videogiochi violenti sulla psiche dei giovani, portando le autorità a valutare misure concrete per limitarne l'accesso.
Tra i titoli finiti sotto la lente d'ingrandimento c'è PUBG: Battlegrounds, un battle royale molto popolare tra i giovani indonesiani. Il presidente Prabowo Subianto ha incaricato il suo governo di valutare se giochi di questo tipo possano contribuire all'aumento di comportamenti aggressivi. Prasetyo Hadi, segretario di Stato, ha espresso preoccupazione per la facilità con cui i videogiochi mettono a disposizione armi da fuoco, alterando la percezione della violenza tra i più giovani. "Stiamo pensando a delle restrizioni perché, in questi giochi, ci sono molti tipi di armi. È facile da imparare. E, psicologicamente, rende la violenza una cosa normale", ha affermato Hadi.
La questione dei videogiochi violenti e del loro potenziale impatto negativo sui giovani è un tema ricorrente a livello globale. Anche in Italia, alla fine dello scorso anno, il ministro dell'istruzione Giuseppe Valditara aveva espresso preoccupazioni simili, sottolineando come alcuni videogiochi insegnino ad "ammazzare una persona". Tuttavia, la differenza sostanziale è che, in questo caso, il governo indonesiano sembra intenzionato a tradurre le parole in azioni concrete, valutando restrizioni specifiche per limitare l'accesso a determinati titoli.
Al momento, non sono ancora stati definiti i dettagli delle misure che potrebbero essere adottate. Tuttavia, le dichiarazioni di Hadi lasciano intendere che le restrizioni potrebbero estendersi anche ad altri sparatutto e, più in generale, a giochi ritenuti dannosi per lo sviluppo psicologico dei ragazzi. Questa decisione potrebbe avere un impatto significativo sull'industria del gaming in Indonesia, un mercato in forte crescita con un'ampia base di giocatori giovani.
È importante sottolineare che, ad oggi, né Krafton né Tencent, le aziende responsabili di PUBG: Battlegrounds e della sua versione mobile, hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali sulla vicenda. Resta da vedere come reagiranno le aziende di fronte a queste potenziali restrizioni e quali contromisure potrebbero essere adottate per mitigare le preoccupazioni del governo indonesiano. L'implementazione di sistemi di classificazione più rigorosi, campagne di sensibilizzazione sull'uso responsabile dei videogiochi e la promozione di titoli alternativi che incentivino la creatività e la collaborazione potrebbero essere alcune delle strade percorribili.
La decisione finale del governo indonesiano potrebbe aprire un precedente importante a livello internazionale, spingendo altri paesi a riconsiderare le proprie politiche in materia di videogiochi e a valutare misure più stringenti per proteggere i giovani dai potenziali effetti negativi dei titoli violenti. La questione rimane aperta e merita un'attenta riflessione, tenendo conto delle diverse prospettive e dei potenziali impatti sociali ed economici.
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