Maxi sequestro di beni per 4,3 milioni: stretta sul clan arena

Maxi sequestro di beni per 4,3 milioni: stretta sul clan arena

Operazione della Guardia di Finanza colpisce duramente il clan mafioso che dominava nel settore delle scommesse online

In un nuovo capitolo della lotta allo illecito finanziario , le autorità italiane hanno messo a segno un notevole colpo contro le mafie implicate nelle altre operazioni decisamente significative. Un'operazione di grande portata è stata condotta dal Servizio Centrale I.C.O. insieme al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro , culminata con il sequestro di un patrimonio considerevole del valore di oltre 4,3 milioni di euro. Questa azione, disposta dal Tribunale di Catanzaro – Sezione Misure di Prevenzione , è stata il frutto di una lunga inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia .

Gli investigatori hanno concentrato la loro attenzione su un vasto assortimento di beni: 23 immobili , 24 terreni , partecipazioni societarie e una ditta individuale. Tutti questi beni sono stati riconducibili a tre individui già implicati nell'inchiesta "Jonny" del 2017, volta a smantellare l'impero criminoso del clan Arena di Isola Capo Rizzuto . Le indagini hanno configurato i destinatari del sequestro come individui di " pericolosità sociale qualificata " secondo il Codice Antimafia, con un passato che li vede legati a una delle organizzazioni criminali più potenti della regione.

Nonostante i procedimenti penali siano ancora in fase d'appello, le autorità hanno deciso di colpire immediatamente sul fronte economico, applicando le specifiche misure preventive previste dal d.lgs. n. 159/2011 , una legge fondamentale nel contrasto ai patrimoni illeciti. Al cuore dell'inchiesta c'è la gestione delle scommesse online e il noleggio illegale di apparecchi da gioco, dove il clan aveva stabilito un dominio incontrastato. Un'articolata rete di operazioni che tipicamente sfuggivano a qualsiasi controllo legale e autorizzato, costituendo una minaccia alla stabilità economica dell'intera area in questione.

L'indagine già nota come "Jonny" , aveva messo in luce l'esistenza di una sorta di " pax mafiosa " tra diversi clan rivali, strutturata sulla spartizione dei proventi illeciti, operazioni che compresero persino la fornitura fittizia al Centro d'Accoglienza "Sant'Anna" di Isola Capo Rizzuto. Le tecniche investigative, supportate dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (GICO) della Guardia di Finanza e dal Servizio Centrale I.C.O., hanno scovato evidenti discrepanze tra i redditi dichiarati ufficialmente dai sospettati e il loro patrimonio effettivo, che spesso era mascherato da atti simulati e operazioni di usura.

L'inchiesta "Jonny" non è stata nuova a simili risultati. Già in passato, sequestri di beni avevano avuto successo contro altri membri del clan, erodendo il potere economico della cosca nella regione di Crotone . L'action attuale, eseguita con la massima urgenza, sarà valutata in contraddittorio davanti al Tribunale Ordinario di Catanzaro , nella speranza di confermare una confisca definitiva dei beni illecitamente acquisiti.

Questo intervento ribadisce un messaggio distintamente chiaro: le mafie continuano a sfruttare le piattaforme di scommesse online per il riciclaggio di denaro sporco, ma lo Stato risponde con decisione, colpendo non solo le persone ma anche il loro impero economico di origine delittuosa, dimostrando che il crimine, in qualunque forma si presenti, non resterà impunito.

Pubblicato Giovedì, 10 Luglio 2025 a cura di Marco P. per Infogioco.it

Ultima revisione: Giovedì, 10 Luglio 2025

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