As.Tro replica ad Elly Schlein (segr. PD): “Assurdo pensare che nell’epoca digitale il distanziometro possa essere uno strumento utile per la lotta alla ludopatia”

As.Tro replica ad Elly Schlein (segr. PD): “Assurdo pensare che nell’epoca digitale il distanziometro possa essere uno strumento utile per la lotta alla ludopatia”

La lettera firmata dal presidente Pucci

As.tro, attraverso una lettera firmata dal Presidente Massimiliano Pucci, ha contattato la Segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, in risposta alle recenti dichiarazioni sul riordino del gioco pubblico. “Come associazione rappresentativa delle imprese del gioco legale (aderente a Confindustria SIT), desideriamo contribuire al dibattito sollevato dalle sue critiche riguardo al processo di riordino del gioco pubblico, attuato dal Governo secondo la legge delega n. 111/2023, parzialmente concretizzatasi nel D.lgs. 41/2024 per il gioco online. Non intendiamo difendere in modo incondizionato le disposizioni già adottate o in fase di sviluppo nel riordino. Abbiamo già espresso preoccupazioni per una riforma del gioco online che potrebbe ostacolare l’ingresso delle piccole e medie imprese italiane, minando così la loro esistenza e i posti di lavoro connessi a causa dell'alto costo delle concessioni. Desideriamo però sottolineare che, contrariamente alle sue affermazioni, né la legge delega né il decreto legislativo sul gioco online prevedono una "moltiplicazione dell’offerta di gioco"; infatti, la quantità e varietà di prodotti disponibili rimangono quelle già esistenti. Anzi, emerge chiaramente un intento di ridurre l’offerta di gioco fisico. Il percorso di legalizzazione del gioco in Italia, avviato nei primi anni 2000, ha visto una forte espansione a partire dal Decreto Legge n. 223/2006, noto come “Decreto Bersani”. Ragioniamo sul fatto che la posizione proibizionista del Partito Democratico, condivisa anche da alcuni settori dell’attuale maggioranza, propone lo smantellamento del sistema di gioco legale per combattere la dipendenza. Tuttavia, è difficile capire perché, nonostante questa chiara posizione politica, il Partito Democratico non abbia mai presentato una proposta di legge per abolire il gioco legale, limitandosi invece a tentativi surrettizi per indebolirlo. Un esempio è il “distanziometro”, da lei proposto come soluzione per la salute pubblica. Questa misura, dopo oltre un decennio di applicazione, non ha dimostrato di avere effetti significativi sulla ludopatia e non ci sono prove che cambiare la distanza di accesso al gioco possa servire da deterrente per i giocatori problematici. Anzi, uno studio del 2018 dell’Istituto Superiore di Sanità ha rivelato che la “prossimità” non è un fattore che favorisce la dipendenza. In effetti, i giocatori problematici tendono a cercare luoghi più riservati per giocare, che sono frequentemente lontani dai centri urbani. Non possiamo credere che in un’epoca caratterizzata dalla digitalizzazione e dall’iperconnessione, i problemi di dipendenza possano essere risolti cambiando solo le distanze fisiche. Il “distanziometro” è stato efficace nel limitare l’offerta legale di gioco, che è l’obiettivo di chi vuole abolire il gioco legale senza assumersi la responsabilità di farlo tramite una chiara iniziativa parlamentare. La mancanza di responsabilità deriva dalla difficoltà di giustificare la posizione proibizionista rispetto alla legalizzazione della cannabis, proposta da chi, contemporaneamente, cerca di negare ai giocatori la possibilità di accedere a un’offerta legale, lasciandoli nelle mani della criminalità. L’approccio antiproibizionista è basato sulla razionalità e su una visione pragmatica e le scelte politiche devono riflettere coerenza e credibilità. Inoltre, è difficile indicare le tasse che aumenterebbero o quali spese verrebbero tagliate per compensare la perdita del gettito erariale derivante dal gioco legale, che si attesta tra i 10 e i 12 miliardi di euro annui. Il suo slogan, che suggerisce di trovare coperture per il mancato gettito del gioco legale nella lotta all’evasione fiscale, dà l’idea che, se fosse al Governo, utilizzerebbe i proventi dell’evasione per coprire un deficit strutturale. La lotta all'evasione fiscale è cruciale, ma le entrate derivanti da questa devono servire a incrementare le risorse per la collettività, non per compensare lacune di gettito previste".

Fonte: agimeg.it

Marta B.

Marta B.

Trentasei anni, giornalista pubblicista, lo sport è al centro della mia vita. L'ho praticato con gioia negli anni giovanili (calcio, atletica leggera), lo pratico ora per puro piacere. Lavoro come giornalista free lance e curo prevalentemente articoli di cronaca sportiva e interviste ai protagonisti dello sport, dal calcio fino ai motori.


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