L'Assemblea del Senato ha recentemente respinto una serie di emendamenti riguardanti il settore del gioco d'azzardo, durante l'esame del disegno di legge per la riforma fiscale. Sebbene la Camera dei deputati avesse precedentemente approvato il testo, le proposte di modifica non hanno trovato accoglimento presso il Senato. Tra gli emendamenti respinti, spiccano quelli che avrebbero introdotto cambiamenti significativi nella gestione e regolamentazione del gioco d'azzardo in Italia. Questi emendamenti erano in parte focalizzati sul rafforzamento del concetto di prevenzione sanitaria legato al gioco, proponendo che questioni storicamente trattate dal fisco venissero affrontate anche dal Servizio Sanitario Nazionale. Marco Croatti del Movimento 5 Stelle, uno dei promotori di tale visione, ha sottolineato quanto fosse importante un cambio di approccio. Secondo Croatti, l'influenza negativa del gioco d'azzardo sui diritti alla salute, sanciti dalla Costituzione italiana, imponeva una revisione delle priorità governative in materia. Egli ha evidenziato la necessità di contrastare il gioco d'azzardo tramite misure preventive guidate dal Servizio Sanitario Nazionale, al fine di proteggere le fasce più giovani della popolazione. Inoltre, ha suggerito cambiamenti come la riduzione degli importi giocati e delle vincite, nonché la riduzione del tempo di gioco per mitigare il rischio di dipendenza.
Anche Beatrice Lorenzin del Partito Democratico ha espresso un'opinione critica riguardo al mancato accoglimento degli emendamenti. Ha descritto la situazione attuale come un'emergenza che attraversa tutte le fasce della popolazione, inclusivi dei più giovani esposti a giochi che sviluppano familiarità con l’adrenalina del gioco d'azzardo, propedeutica alla dipendenza futura. Lorenzin ha ricordato come il gioco d'azzardo sia diventato una significativa fonte di finanziamento per l'erario pubblico, chiedendo maggiore coerenza politica rispetto alle dichiarazioni fatte in passato da leader di governo, come la presidente Giorgia Meloni, che si era impegnata a contrastare il fenomeno quando era all'opposizione.
Nella discussione è intervenuta anche Elisa Pirro, sempre del Movimento 5 Stelle, la quale ha fatto riferimento a precedenti iniziative legislative a livello regionale, come quella del Piemonte nel 2016, che prevedevano distanza minima tra i locali di gioco e luoghi sensibili, risultati poi smantellati dalla successiva amministrazione di centro-destra. L'emendamento avrebbe cercato di ripristinare tali misure a livello nazionale. In conclusione, tutti i tentativi di emendamenti sono stati respinti. Nomi importanti, come Antonio Tajani, Francesco Boccia e Michele Losacco hanno visto le loro proposte rigettate, comprese quelle che prevedevano misure di revisione dei limiti di giocata e vincita in funzione di prevenzione sanitaria. Questi episodi sottolineano la complessità del bilanciamento tra esigenze fiscali e priorità sanitarie, un tema che continua a generare divisioni nel dibattito politico italiano.