Il campanello d'allarme è suonato forte e chiaro in casa Napoli dopo la sconfitta per 2-0 subita al Dall'Ara contro il Bologna. Un Antonio Conte visibilmente preoccupato ha espresso tutta la sua frustrazione ai microfoni di DAZN e in conferenza stampa, sottolineando una preoccupante mancanza di energia, entusiasmo e spirito di squadra. "Loro hanno avuto più energia in tutto – ha dichiarato Conte – quello che dispiace constatare è questo: avevano più voglia e più entusiasmo. È una cosa che ci deve far riflettere".
Il tecnico non ha nascosto il suo disappunto per l'atteggiamento visto in campo: "Abbiamo fatto il compitino finché la partita è stata in equilibrio, poi ci siamo sciolti. Questo dispiace. Ci deve essere un'energia diversa". Un'analisi lucida e senza sconti, che mette in evidenza un problema di fondo che va al di là della tattica e della tecnica.
Nonostante la sconfitta, Conte ha voluto difendere la prestazione di Rasmus Hojlund, uno dei giocatori più discussi del momento: "Non mi è dispiaciuto, forse è stato il migliore in campo. Lucumì ha fatto molta fatica. Avevamo preparato alcune cose, andava supportato di più, ma siamo mancati. Ribadisco, ha fatto una buona partita".
Tuttavia, le 5 sconfitte stagionali, di cui 3 in campionato, sono un campanello d'allarme che non può essere ignorato. "Sono preoccupato, c'è poco da dire. Se una squadra che viene etichettata come protagonista assoluta perde 5 partite vuole dire che c'è qualcosa che non sta andando per il verso giusto", ha ammesso Conte. Il tecnico ha poi ricordato il difficile campionato successivo alla vittoria dello Scudetto: "Non dobbiamo dimenticare che dopo uno Scudetto vinto siamo arrivati decimi: non è stato di grande insegnamento".
Conte ha poi puntato il dito contro un cambio di mentalità che ha minato le certezze della squadra: "Tante volte si pensa che dall'oggi al domani il brutto anatroccolo diventa cigno, l'anno scorso abbiamo fatto qualcosa di assoluto valore e straordinario. Stiamo continuando a lavorare, ma dobbiamo chiederci come: se lo stiamo facendo con l'entusiasmo giusto e con la giusta voglia di rivincita. Sicuramente è cambiata l'energia". E ha concluso con un'ammissione di difficoltà: "I ragazzi sanno benissimo come la penso, mi dispiace di non riuscire a cambiare questa energia. Non sto facendo un buon lavoro o qualcuno non vuole sentire".
In conferenza stampa, Conte ha poi approfondito il discorso, parlando di dinamiche extracalcistiche: "Parlo di cuore, passione, entusiasmo, voglia, queste sono le dinamiche extracalcistiche. C'è il campo e poi un aspetto che viene sottovalutato, che ti porta a fare quanto fatto di straordinario fatto l'anno scorso. Quest'anno stiamo facendo molta fatica perché non siamo squadra". Un'accusa precisa, che chiama in causa la responsabilità di tutti: "Mi prendo tutta la responsabilità, ma diventa difficile anche per l'allenatore se riuscirà a cambiare questa cosa. Trapianti di cuore non si possono fare. Ognuno di noi deve ritrovare lo spirito, il cuore, la cattiveria. Le cose si fanno ma bisogna vedere come si fanno. Una cosa è fare il compitino, un'altra è giocare in una squadra con altissime aspettative. Ognuno sta pensando al suo orticello, l'avevo già visto questo e quindi voglio parlare bene con il club. Entrare nel cuore e nella testa dei giocatori, se c'è cuore, se non c'è diventa difficile".
Le parole di Conte sono un vero e proprio atto d'accusa nei confronti di una squadra che sembra aver smarrito le motivazioni e lo spirito di sacrificio che l'avevano contraddistinta nella passata stagione. Ora spetta al tecnico e alla società trovare le contromisure per invertire la rotta e ritrovare la strada del successo. La prossima partita contro la Roma sarà un test cruciale per capire se il Napoli ha la forza di reagire e di tornare a essere una squadra competitiva.
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