Rinvii per la morte del Papa, disagi per Fiorentina e Lazio: i club chiedono alla Lega un confronto urgente
La scomparsa di Papa Francesco ha spinto la Lega Serie A a rinviare le quattro partite della 33ª giornata inizialmente previste per Pasquetta, che saranno ora recuperate mercoledì 23 aprile. Una decisione comprensibile e doverosa – come accadde anche nel 2005 per la morte di Giovanni Paolo II – ma che ha causato non pochi disagi ad alcune squadre coinvolte nella corsa alle coppe europee.
La Juventus, dopo il rinvio, è rientrata regolarmente a Torino e ha svolto l’allenamento del pomeriggio senza intoppi. Più complicata, invece, la situazione per Fiorentina e Lazio.
Per la Viola la giornata è stata caotica fin dal mattino: tra lunghe attese in aeroporto, un imbarco poi annullato e la necessità di trovare una nuova sistemazione alberghiera, la squadra ha perso un'intera giornata senza potersi allenare. Alla fine, la squadra è riuscita a trovare un hotel nei pressi della città, mentre il Cagliari ha concesso l’uso del proprio centro sportivo per una seduta nella mattinata di martedì. Intanto, Commisso, Ferrari e Pradè hanno fatto rientro a Firenze, lasciando sul posto solo il direttore tecnico Roberto Goretti insieme a Palladino e ai giocatori.
Anche per la Lazio non sono mancati i problemi. La decisione della Lega di recuperare le gare già questo mercoledì ha colto il club di sorpresa. La squadra, partita nel pomeriggio da Genova verso Roma, dovrà tornare in Liguria il giorno successivo. Un doppio viaggio che ha generato malcontento per lo spreco di tempo ed energie.
Il club biancoceleste ha reagito formalmente, inviando una lettera alla Lega Serie A in cui chiede un "confronto urgente per rimodulare il calendario" della trasferta contro il Genoa. Secondo quanto riportato dall’ANSA, la Lazio ha espresso forte disappunto per la decisione, lamentando non solo la modalità con cui è stata comunicata – "senza alcun previo confronto" – ma anche il fatto che la squadra intendeva recarsi in Vaticano per rendere omaggio alla salma del Pontefice.
Nella missiva si parla di un’"inopportuna sovrapposizione" tra la partita e il momento solenne, che impedisce alla squadra – storicamente legata alla Capitale – di partecipare a un evento "significativo per Roma e per l’intera comunità laziale".