Questa mattina, nella sala Zuccari del Senato, si è tenuta la conferenza intitolata “L’azzardo non è un gioco”, organizzata dal Movimento 5 Stelle con l'obiettivo di riaffermare la propria opposizione alla reintroduzione della pubblicità sul gioco d’azzardo nel calcio.
Tra i relatori della conferenza figuravano figure di spicco del Movimento, tra cui Stefano Patuanelli, capogruppo al Senato, e Luca Pirondini, Francesco Silvestri, Marco Croatti e Carolina Morace, insieme a esperti del settore come Maurizio Fiasco, sociologo e presidente di ALEA, e Beppe Dossena, ex calciatore e dirigente sportivo. Anche Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, ha partecipato.
L'appello alle forze di maggioranza
Stefano Patuanelli ha aperto i lavori con un intervento accorato, lanciando un appello alle forze di maggioranza affinché venga eliminata la sponsorizzazione delle scommesse dalla risoluzione prossima alla votazione. Ha sottolineato che il Decreto Dignità, che doveva limitare la pubblicità del gioco d’azzardo, è stato eluso, poiché il mondo delle scommesse sportive non ha abbandonato le sponsorizzazioni nel calcio. Patuanelli ha espressamente detto che il suo voto in Commissione Cultura dipenderà dalla rimozione di questo elemento dalla risoluzione. Maurizio Fiasco ha approfondito il tema, spiegando come la delibera dell’Agcom nel 2019 abbia modificato pesantemente le leggi esistenti, portando a un incremento del 50% del volume generale del gioco fino al 2024. Ha evidenziato come la pubblicità serva a fidelizzare i giocatori patologici, il cui 20% rappresenta l'80% delle entrate del settore, e ha sottolineato l'importanza che la pubblicità ha nel conferire legittimità sociale e politica al gioco d’azzardo.
L'appoggio di Dossena
Beppe Dossena ha condiviso la sua personale opinione: "Se fossi il Ministro dello Sport, sarei un fermo oppositore delle scommesse sugli eventi sportivi poiché minano l’integrità e i valori stessi dello sport." Ha anche avvertito che le nuove modalità di scommessa complicano la rilevazione delle frodi, suggerendo la necessità di maggiori restrizioni e un’analisi critica del fenomeno da parte dell'opinione pubblica.
La riflessione di Dona
Massimiliano Dona ha chiuso i lavori con una riflessione fondamentale: ha chiarito che non si tratta di un discorso di proibizionismo, ma di necessità di un divieto di pubblicità del gioco d’azzardo, evidenziando i rischi legati alla normalizzazione dei comportamenti di gioco. Ha aggiunto che mentre la pubblicità fidelizza i giocatori già attivi, esercita un potere d'attrazione notevole verso chi non gioca, rendendo cruciale il divieto di pubblicità sui giochi e scommesse.
Fonte: agimeg.it