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La questione della regolamentazione della pubblicità del gioco d'azzardo e del contrasto alla ludopatia è tornata al centro del dibattito europeo grazie all'iniziativa dell'europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Carolina Morace.
Il congegno e la critica di Morace
Durante un convegno organizzato al Senato con il titolo significativo "L'azzardo non è un gioco", Morace ha formalmente richiesto alla Commissione Europea di prendere in considerazione una questione che, nonostante l'importanza, sembra trascurata da anni, soprattutto alla luce dei crescenti effetti sociali e sanitari legati al gioco d'azzardo. Nel suddetto convegno, la Morace ha espresso una critica decisa sulla direzione intrapresa dal governo italiano, in particolare riguardo alla proposta di riaprire le porte alla pubblicità del betting nello sport. Secondo l'eurodeputata, questa scelta non solo contraddice le posizioni precedentemente espresse dalla premier Meloni quando era all'opposizione, ma sembra ignorare anche i risultati di vari studi scientifici che evidenziano i rischi legati al gioco d'azzardo.
Morace ha poi risposto in modo incisivo alle affermazioni del ministro Abodi, il quale ha sostenuto che la promozione del gioco legale sia una strategia efficace contro l'illegalità. Per Morace, tale ragionamento è fuorviante poiché non tiene conto delle dinamiche reali della dipendenza e del ruolo che la pubblicità gioca nella sua diffusione, specialmente tra i più giovani.
La frammentazione della regolamentazione
Durante il suo intervento al Parlamento Europeo, Morace ha ampliato il discorso evidenziando la frammentazione della regolamentazione nel continente, poiché le 27 diverse normative nazionali portano a un contesto in cui il 70% delle scommesse online avviene su piattaforme non autorizzate. Questa situazione di deregolamentazione non solo alimenta un mercato nero che si intreccia con la criminalità organizzata, ma rende anche più difficile la protezione dei cittadini dai danni del gioco d'azzardo patologico. Uno dei casi più allarmanti menzionati da Morace è quello di Malta.
I motivi dell'interrogazione
L'adozione della legge nota come “Bill 55” da parte dello Stato insulare ha stabilito che le decisioni giudiziarie emesse in altri Stati membri dell'Unione contro operatori del gioco con sede a Malta non potranno più essere riconosciute. Questa scelta, secondo Morace, crea una situazione svantaggiosa e simile a un “porto franco” per l'industria del gioco d'azzardo, minando principi fondamentali della cooperazione giudiziaria e del riconoscimento reciproco delle decisioni all'interno dell'Unione. Per questi motivi, Carolina Morace ha presentato un'interrogazione scritta alla Commissione Europea, sollecitando l'adozione di un quadro normativo europeo per vietare la pubblicità del gioco d'azzardo, similmente a quanto già previsto per tabacco e alcol.
Ha chiesto anche quali misure intenda adottare la Commissione per combattere il gioco illegale e proteggere i cittadini dalla dipendenza, in conformità con l'articolo 35 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione. Infine, ha sollevato la questione della possibilità di avviare una procedura di infrazione contro Malta, a causa della chiara violazione dei principi dell'Unione derivante dall'approvazione del “Bill 55”.
Fonte: jamma.tv
