La prima sconfitta di Carlo Ancelotti sulla panchina del Brasile è uno di quegli eventi che non si dimenticano facilmente, soprattutto quando la controversia arbitrale ne è il cuore pulsante. Pur essendo già qualificata ai Mondiali 2026, la Seleçao ha subito un'inaspettata battuta d'arresto, cedendo per 1-0 alla Bolivia nell'ultima partita utile per le qualificazioni sudamericane.
L'evento decisivo della gara è stato un calcio di rigore assegnato dall'arbitro Garay su richiamo del VAR e trasformato dal calciatore boliviano Miguelito. Un'azione che ha scatenato un mare di polemiche. Il presidente della Confederação Brasileira de Futebol (CBF), Samir Xaud, non ha risparmiato critiche, dichiarando alla stampa brasiliana un giudizio severo sulle decisioni arbitrali e non solo.
Xaud ha espresso apertamente la sua frustrazione: "È stata una tristezza ciò che è accaduto oggi qui. Siamo venuti per giocare a calcio e quello che abbiamo visto fin dal nostro arrivo è stato un anti-calcio. Anche con questa altitudine di 4.000 metri, abbiamo giocato contro l’arbitraggio, contro la polizia e contro i raccattapalle, che toglievano i palloni dal campo o ne lanciavano altri dentro. Una vera e propria farsa", ha tuonato, visibilmente irritato.
Questo malcontento riguarda non solo l'operato dei giudici di gara ma anche quello delle autorità locali. Pare infatti che la delegazione brasiliana abbia avuto non pochi problemi con la polizia boliviana. "Polizia violenta con tutta la squadra, con tutto lo staff tecnico. Non è quello che ci aspettiamo. Noi accogliamo tutte le nazionali nel migliore dei modi, le abbracciamo. Mettiamo tutto a loro disposizione e, quando andiamo a giocare fuori dal Brasile, soprattutto qui, l’accoglienza che riceviamo è quasi assurda. Esprimo tutta la mia indignazione", ha aggiunto.
Le parole di Samir Xaud non si fermano qui. Continuano sottolineando quanto quest'episodio possa danneggiare l'immagine del calcio sudamericano e mondiale: "Non è questo ciò che ci aspettiamo per il calcio mondiale né per quello sudamericano. Quello che vogliamo è far crescere ancora di più il nostro sport. Un comportamento del genere, soprattutto giocando in altura, rende tutto più difficile, specialmente quando si gioca contro 14 uomini in campo. Spero che la Conmebol prenda provvedimenti, anche perché abbiamo tutto registrato. Non può succedere, è un’assurdità".
Questa debacle lascia riflettere su quanto il supporto istituzionale e la correttezza debbano essere presenti in campo e fuori dal campo per il rispetto del fair play. Ancelotti, da grande allenatore quale è, dovrà ora non solo lavorare sui dettagli tecnici ma anche prepararsi ad affrontare situazioni di gestione della pressione e delle attese che vanno molto oltre le dinamiche del gioco.
Per il Brasile, questa è una sconfitta che deve servire da lezione per il futuro, non solo per il gioco espresso in campo, ma anche per una gestione più accorta delle trasferte in paesi dove le condizioni di gioco possono risultare molto differenti da quelle abituali.