La Direzione Investigativa Antimafia ha portato a termine un'importante operazione sul territorio di Genova, insieme alla Divisione Anticrimine della locale Questura. Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Genova e sotto la coordinazione del sostituto procuratore Federico Manotti, è stato eseguito un provvedimento emesso dal Tribunale di Genova che prevede l'applicazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per una durata di tre anni, nei confronti di un soggetto attualmente agli arresti domiciliari nella città ligure. Questa misura arriva dopo un periodo in cui l'individuo, coinvolto in un'inchiesta su usura e scommesse clandestine, era già stato detenuto.
L'indagine ha rivelato la pericolosità di questo individuo, originario di Genova, fin dagli anni '90. Il suo passato criminale è costellato da numerosi procedimenti penali e polizieschi che sottolineano una carriera deviante consolidata. Numerose, infatti, sono le condanne ormai definitive: tra queste spiccano le sentenze per favoreggiamento della prostituzione continuato e per associazione di tipo mafioso, in particolare per la sua appartenenza a un'organizzazione mafiosa guidata da Salvatore Fiandaca.
L’uomo non ha mai cessato di essere nel mirino della giustizia. Nel marzo 2025, una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Genova ha confermato la sua colpevolezza in via definitiva per reati che vanno dall’interposizione fittizia di beni, al favoreggiamento, alla falsità ideologica, per fatti avvenuti tra il 2012 e il 2017.
L’importanza di questo provvedimento risiede non solo nella continua azione repressiva contro le attività criminali nel capoluogo ligure, ma anche nella capacità di coordinamento delle istituzioni coinvolte, a partire dalla Direzione Investigativa Antimafia fino al supporto delle forze dell'ordine locali. Le autorità sottolineano l’efficacia della sorveglianza speciale come strumento di contenimento e dissuasione, che ingabbia i tentativi di reinserimento del malvivente nel circuito delinquenziale.
La cronaca e l'espressione della pericolosità sociale di tale individuo rappresentano un ulteriore segnale di come la giustizia ligure continui a perseguire i cosiddetti "professionisti del crimine" attraverso misure mirate e incisive. La collaborazione tra le diverse branche delle forze dell'ordine, insieme alla tenacia della Procura, costituiscono un baluardo imprescindibile nella lotta contro il crimine organizzato che troppo spesso allunga i suoi tentacoli nei tessuti urbani più fragili.
Nel frattempo, le indagini relative ai reati di usura e scommesse clandestine restano aperte e gli investigatori continuano a raccogliere informazioni per smantellare ulteriormente le reti di criminalità organizzata che operano sul territorio. L'imperativo è chiaro: mantenere alta la guardia e contrastare con risolutezza ogni forma di criminalità che tenta di prendere piede.