La recente scomparsa di Matteo Franzoso, giovane promessa dello sci alpino, ha scosso profondamente il mondo dello sport. A meno di un anno dalla tragica morte di Matilde Lorenzi, la comunità degli sciatore si trova ad affrontare nuovamente la dolorosa questione della sicurezza in pista. Franzoso è deceduto a Santiago, in Cile, dopo due giorni di coma, a seguito di un terribile incidente durante un allenamento.
Le testimonianze dei colleghi hanno messo in luce la disperazione e la frustrazione di fronte a eventi che sembrano ripetersi troppo spesso. Christoph Innerhofer, testimone dell'incidente, ha deciso di interrompere i propri allenamenti, mentre Matteo Marsaglia ha lanciato un accorato appello sui social media: è il momento di fermarsi e riconsiderare le condizioni in cui si svolgono le sessioni di allenamento. Marsaglia ha chiesto che la loro vocazione al miglioramento della sicurezza si traduca in azioni concrete, sottolineando che non si può continuare a ignorare questi problemi.
Adrien Theaux, noto sciatore francese, ha esortato tutte le parti interessate, dalle federazioni internazionali agli allenatori, a sedersi attorno a un tavolo e trovare soluzioni immediate per evitare che simili tragedie possano verificarsi in futuro. Theaux sottolinea che, per rispettare chi ha perso la vita, è necessario che gli attori chiave siano decisi e proattivi.
La sicurezza nello sci alpino è regolata da norme severe, in particolare durante le competizioni ufficiali della Coppa del Mondo. Tuttavia, questo rigore non si estende alle piste di allenamento, dove la natura dei percorsi e l'evoluzione dei materiali hanno incrementato i rischi. Sciatori come Kristian Ghedina sollevano il problema dei materiali utilizzati, considerati troppo veloci. Il dibattito si concentra anche sull'adeguamento delle attrezzature di sicurezza per gli allenamenti.
Lucrezia Lorenzi, sorella di Matilde, ha ribadito sui social che non si può accettare che eventi luttuosi siano liquidati come destino o fatalità. Richiama l'attenzione sulla necessità di migliorare significativamente gli standard di sicurezza, sia a livello di tracciati che di materiali protettivi. Di fronte a tali tragedie, anche chi ricopre ruoli istituzionali si è esposto. Il presidente della FISI, Flavio Roda, ha diramato un comunicato nel quale esprime il lutto per la scomparsa di Franzoso e annuncia che verranno intraprese tutte le azioni necessarie affinché tali episodi non si ripetano.
Non mancano le opinioni di chi ha vissuto tragedie simili. La madre di David Poisson, sciatore morto nel 2017, ha condiviso il dolore dei genitori di Franzoso, aggiungendo che le attuali misure di sicurezza sono insufficienti.
La discussione sul miglioramento delle condizioni di allenamento è ancora in corso e resta da vedere se le proposte avanzate troveranno applicazione. Gli atleti richiedono interventi tempestivi per garantire che i rischi associati al loro sport siano il più possibile mitigati. Le istituzioni sportive internazionali saranno in grado di rispondere a queste richieste di cambiamento? L'evoluzione dello sci alpino passerà inevitabilmente attraverso un ripensamento delle condizioni di sicurezza per salvaguardare i futuri campioni e preservare l'integrità dello sport.