Domani si alza il sipario su uno degli appuntamenti più attesi nel Consiglio comunale di Milano. Alle 16:30 prenderà il via una discussione che potrebbe segnare il futuro di uno dei simboli calcistici della città: lo stadio di San Siro. La delibera in questione riguarda la possibile vendita dell'iconico impianto a Inter e Milan, le due storiche squadre della città, e non mancherà di suscitare dibattito e tensioni, come già avvenuto nelle cinque riunioni preliminari delle commissioni.
Nell’aula consiliare si preannuncia un clima ben poco sereno. La maggioranza di centro-sinistra sembra viaggiare su binari diversi, con sette consiglieri che hanno già espresso la loro contrarietà alla vendita, e altri due ancora in bilico, incerti sulla decisione finale. Per l'approvazione della delibera sono necessari 25 voti favorevoli su un totale di 48 consiglieri, che insieme al Sindaco Giuseppe Sala portano a 49 il numero di possibili votanti. Il Sindaco ha ribadito il suo voto favorevole e la sua presenza domani sarà cruciale.
La posizione del centrodestra resta nebulosa. La partecipazione al voto o un'eventuale astensione potrebbero ribaltare gli equilibri e rendere incerto l'esito del dibattito. Un quadro complesso che rispecchia le frammentazioni dell'attuale scenario politico a Milano. Tuttavia, una certezza rimane: entro il 30 settembre il Consiglio deve esprimersi sulla proposta di vendita, come richiesto pressantemente dalle due squadre.
Prima della seduta, infatti, le commissioni continueranno le loro discussioni e da domani fino al weekend gli incontri saranno dedicati a delineare nuove strategie e raccogliere emendamenti. In quest’ottica, il "D-Day" fissato per lunedì 29 settembre è particolarmente significativo: sarà allora che, con gli emendamenti in gioco, il Consiglio darà finalmente il suo verdetto su una questione che tiene col fiato sospeso tifosi e cittadini.
Intanto, il Sindaco Sala, forte di una maggioranza nominale di 32 membri incluso lui stesso, dovrà fare i conti con i dissidenti della sua coalizione, spingendo per ottenere almeno 23 voti sicuri. Parallelamente, le parole dei presidenti di Inter e Milan, rispettivamente Beppe Marotta e Paolo Scaroni, risuonano come un appello a guardare avanti, verso un cambiamento che potrebbe proiettare Milano tra le capitali del calcio mondiale.
Scaroni ha recentemente dichiarato alla Gazzetta dello Sport la sua sorpresa per le opposizioni al progetto, definendolo un passo fondamentale per il futuro sportivo della città. Marotta, da parte sua, ha sottolineato l'inadeguatezza della struttura esistente per ospitare eventi sportivi di alto livello, quale potrebbe essere, per esempio, la finale di Champions League. La mancata inclusione di San Siro nei piani per gli Europei del 2032 ne è una prova eloquente. La città meneghina, secondo Marotta, merita un impianto che rifletta la sua vivacità e il suo status di metropoli socio-economico-culturale di riferimento.
In un'era di trasformazioni rapide e globalizzate, Milano sta vivendo un passaggio critico. La decisione sulla vendita di San Siro, con le sue implicazioni economiche, storiche e culturali, non è solo un fatto sportivo, ma un pezzo del puzzle di ciò che Milano sarà nel futuro. L'esito del prossimo Consiglio comunale è più che mai incerto e decisivo.