Rivoluzione arbitrale: La federcalcio cambia regole del gioco

Verso un sistema di selezione e gestione più trasparente e professionale per gli arbitri di Serie A e B

Rivoluzione arbitrale: La federcalcio cambia regole del gioco

La Federcalcio italiana è pronta a introdurre una rivoluzione significativa nel mondo del calcio nazionale, modificando radicalmente il sistema di selezione e gestione degli arbitri per i campionati di Serie A e Serie B. Questa iniziativa, riportata di recente da Repubblica, punta a sottrarre la supervisione delle designazioni arbitrali all’Associazione Italiana Arbitri (AIA), aprendo così la strada a un'organizzazione autonoma e ispirata ai criteri del professionismo.

Storicamente, il controllo delle politiche arbitrali è stato appannaggio esclusivo dell'AIA. In teoria, questo sistema avrebbe dovuto promuovere un regime meritocratico, dove venivano premiati i fischietti dalla performance migliore. Tuttavia, in pratica, il modello si è dimostrato soggetto a influenze interne e pressioni trasversali provenienti dalle diverse sezioni locali, spesso privilegiando figure “rappresentative” piuttosto che i candidati più abili.

In risposta a queste limitazioni, la Federcalcio propone di creare una nuova struttura direttiva composta da tre soggetti principali: la stessa Federcalcio (FIGC), la Lega Serie A, e la Lega Serie B. Questo comitato avrebbe il compito di nominare un designatore e un team di supporto che comprenderà un'ampia gamma di specialisti, tra cui preparatori atletici, medici, psicologi e match analyst. L'obiettivo è quello di formare una vera e propria squadra che possa supportare gli arbitri, migliorandone le prestazioni sotto vari aspetti.

Nonostante l'opposizione dell’AIA, che ha già perso il diritto di voto nelle assemblee federali, la Serie A ha mostrato una maggiore disponibilità verso questo cambiamento, facendo leva sulle recenti aperture in termini di tecnologie avanzate come il RefCam e gli strumenti di announcement durante le partite. Un punto critico rimane quello economico: il modello inglese – spesso considerato un punto di riferimento per l’organizzazione professionale degli arbitri – comporta costi che si aggirano intorno ai 40 milioni di sterline l’anno.

Con queste premesse, l’iniziativa della Federcalcio non solo promette di risolvere problematiche gestionali e organizzative, ma offre anche una possibilità concreta di professionalizzazione a tempo pieno per gli arbitri italiani, ambizione questa che potrebbe rivoluzionare la loro carriera e migliorare la qualità del campionato italiano.

Pubblicato Martedì, 23 Settembre 2025 a cura di Marco P. per Infogioco.it

Ultima revisione: Martedì, 23 Settembre 2025

Marco P.

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