Il Tribunale di Roma ha emesso, in data 25 luglio 2025, una sentenza di grande importanza per il mondo del gioco d'azzardo e delle scommesse online, specie in relazione alla normativa italiana. L’imputato, titolare di un internet point, operante come centro trasmissione dati (CTD), è stato assolto dall'accusa di violare l’art. 4 della legge 401/89, un reato che prevede severe pene detentive da tre a sei anni. Tale normativa regolamenta la raccolta di scommesse senza autorizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), un'accusa che implica l’attività di intermediario tra i clienti e un bookmaker non autorizzato in Italia.
Il caso è iniziato quando la Guardia di Finanza, nel corso di un controllo presso il locale, ha sequestrato computer, stampanti e ricevute che collegavano l’attività a un operatore maltese. Tuttavia, la difesa, condotta dagli avvocati Marco e Riccardo Ripamonti, ha sostenuto che il loro cliente non operava come intermediario nelle scommesse. Secondo il loro argomento, si trattava di una libera attività transfrontaliera di internet point, poiché i clienti si connettevano autonomamente al portale del bookmaker straniero senza alcun intervento del titolare nel processo di scommessa, pagamento o ricezione di vincite.
La Corte ha concordato con l'arringa della difesa, stabilendo che l’assenza di intermediazione diretta da parte dell’imputato rendevano le accuse insostenibili. Nessuna prova era stata fornita per dimostrare un coinvolgimento attivo nelle transazioni di gioco. Inoltre, il Tribunale ha sottolineato che le postazioni telematiche erano accessibili liberamente, senza restrizioni sul collegamento a specifici portali di scommesse, elemento che ha giocato un ruolo cruciale nella decisione.
Questa pronuncia s'inserisce in un contesto più ampio di dibattito sulla regolamentazione delle scommesse in Italia, aprendo la strada a nuove interpretazioni sulla libera prestazione di servizi nel mercato dell'Unione Europea. L’avv. Marco Ripamonti ha commentato con soddisfazione, tramite un comunicato stampa del proprio studio legale, sottolineando come la sentenza richiami la decisione della Corte Costituzionale sulla non concessione di severità in casi simili, ribadendo l’inconsistenza delle accuse senza prove di intermediazione fisica.
Questa sentenza potrebbe avere implicazioni significative per il settore delle scommesse cross-border, aprendo la porta a ulteriori discussioni sulla regolamentazione delle attività legate al gioco in Italia e le loro implicazioni a livello europeo. La decisione non solo offre nuove prospettive per gli operatori economici del settore, ma potrebbe anche obbligare il legislatore a rivedere le normative vigenti per garantirne l'allineamento con il diritto UE, favorendo un approccio più coerente e moderno alle dinamiche digitali nel mercato del gioco d'azzardo.