Nel panorama del gioco d'azzardo italiano, una nuova sentenza della Corte Costituzionale rischia di trasformare le dinamiche e i controlli legati all'uso di apparecchiature pubbliche per il gioco online. La sentenza numero 104 del 2025 ha infatti dichiarato illegittima la norma che vietava l'uso di PC nei locali pubblici destinati al gioco online, un divieto che aveva suscitato numerosi dibattiti e controversie nel corso degli anni. Tuttavia, nonostante l'abrogazione di questa norma, la Direzione Giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) ha emesso una circolare per chiarire che resta ancora valido il divieto assoluto per quanto riguarda l'installazione di totem e apparecchiature simili, esclusivamente progettate per il gioco online, specialmente quando queste utilizzano sistemi di navigazione a circuito chiuso o preimpostati.
Tale divieto non può essere sottovalutato, in quanto sia i totem che i PC devono essere liberi di accedere a internet e non possono essere bloccati su piattaforme di gioco. La sentenza della Corte, pur eliminando il divieto di utilizzo dei PC, chiarisce che la regolamentazione precedente era ritenuta ormai troppo ampia e non adeguatamente bilanciata tra l'obiettivo di protezione contro il gioco d'azzardo patologico e la libertà d'iniziativa economica degli operatori del settore.
La Corte ha criticato la precedente norma giudicandola eccessivamente restrittiva e indifferenziata, sostenendo che non vi fosse un equilibrio valido tra salute pubblica e libertà economica. La sanzione amministrativa di 20.000 euro per coloro che violavano questa norma è quindi stata considerata sproporzionata rispetto agli obiettivi da raggiungere, anche quando confrontata con la giurisprudenza europea in tema di gioco d'azzardo.
La sentenza ha inevitabilmente un impatto sulle modalità di controllo operate dalla ADM, che sono state, fino a quel momento, basate su circolari che imponevano restrizioni su mezzi e locali dove era possibile giocare online. Questa dinamica ha richiesto alle autorità di ridefinire attentamente quale forma debbano assumere le future regolamentazioni.
La ADM ha sottolineato l'importanza di continuare a modulare le proprie attività di controllo per proteggere i giocatori e la loro salute e al contempo tutelare gli operatori del settore. Ciò implica un'attenta analisi di comportamenti potenzialmente rischiosi o illeciti nelle piattaforme di gioco fisiche. Rimane fondamentale, secondo l'agenzia, intervenire contro la diffusione dell'intermediazione di gioco o del gioco d'azzardo non autorizzato, come previsto da specifiche normative italiane e dal Codice penale.
Inoltre, la sentenza invita a una riflessione sull'uso di policy regolatorie più sofisticate, capaci di adattarsi alle diverse situazioni concrete senza adottare la rigida logica di una pena fissa per ogni violazione, indipendentemente dalla sua gravità.
Questo scenario spinge i controllori a documentare con precisione le proprie attività di verifica e ad agire prudentemente nel caso si rilevino irregolarità. Gli uffici dell'ADM sono infatti incaricati di riferire eventuali violazioni ai concessionari con cui l'agenzia stipula convenzioni per la gestione del gioco a distanza.
Infine, la sentenza della Corte Costituzionale impone di rivedere tutte le procedure precedenti che avevano portato a sanzioni, valutando caso per caso se possano essere ritenute nulle o annullabili, il che significa un importante lavoro di revisione per gli uffici legali e contenzioso coinvolti.