Recentemente, un gruppo di deputati di Fratelli d'Italia (FdI) ha avanzato alla Camera dei Deputati una proposta di legge destinata a rafforzare la protezione dei minori durante l'utilizzo dei dispositivi elettronici e l'accesso a Internet. Questa iniziativa mira a creare un quadro normativo più severo che limiti i contenuti accessibili dai minori, ampliando le misure di tutela già esistenti. L'importanza di questo tema emerge in un contesto in cui l'esposizione digitale per i giovani è in costante crescita, rappresentando al contempo un'opportunità e una sfida.
La proposta presentata si focalizza sull'estensione del divieto di accesso per i minori a contenuti considerati inadatti, che sono stati accuratamente individuati dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM). Questa autorità, attraverso la delibera n. 9/23/CONS del 21 febbraio 2023, ha creato un elenco di contenuti che include, oltre ai siti pornografici, anche materiali riguardanti il gioco d’azzardo, le armi, la violenza, l’odio e la discriminazione. Inoltre, pone sotto la lente i siti conosciuti come "anonymizer", i quali offrono mezzi per navigare il web garantendo anonimato.
Questa iniziativa trova le sue radici in un provvedimento antecedente, emanato il 30 aprile 2020, nota come il decreto-legge n. 28, che si prefiggeva l'obiettivo di implementare sistemi di protezione per i minori dai rischi inerenti al cyberspazio. L'attuale proposta di legge dei deputati FdI intende rendere effettive e potenziare quelle misure per adattarle al veloce evolversi del panorama digitale odierno.
Nel dettaglio, la proposta mira a vincolare i fornitori di servizi Internet a implementare robuste misure di filtraggio dei contenuti, verificando l'età degli utenti per bloccare l'accesso dei minorenni ai contenuti restrittivi. Le aziende del settore tecnologico sarebbero chiamate a cooperare più strettamente con le autorità di regolamentazione per garantire che queste misure siano aggiornate e rispondenti agli sviluppi tecnologici più recenti.
Tra i sostenitori della proposta, la vicepresidente del gruppo FdI alla Camera ha enfatizzato come, al di là delle controversie potenzialmente sollevate da questioni di diritti individuali e libertà digitali, proteggere i giovani dalla crescente esposizione a contenuti nocivi sia una priorità che trascende divisioni politiche.
L'iniziativa è senz'altro destinata ad aprire un ampio dibattito su come bilanciare sorveglianza e libertà nel digitale. Esponenti del mondo dell'educazione, esperti di sicurezza informatica e rappresentanti della società civile hanno da tempo segnalato la necessità di riforme strutturate che possano rispondere alle nuove sfide imposte dalla tecnologia.
Una possibile implementazione della legge si potrebbe tradurre anche in un maggiore coinvolgimento dei genitori, che verrebbero responsabilizzati e dotati di strumenti di controllo parental più sofisticati per monitorare e, se necessario, limitare, l'uso dei dispositivi da parte dei loro figli.
Mentre la proposta muove i primi passi nel percorso legislativo, è già chiaro come rifletterà su temi più ampi come la responsabilità delle piattaforme digitali, la tutela della privacy e i diritti dei minori. Come il Parlamento e le altre istituzioni si muoveranno su questo fronte costituirà un banco di prova decisivo per le politiche italiane in materia di sicurezza digitale ed educazione dei giovani.