Alla Camera dei Deputati si è aperto un nuovo appuntamento cruciale: gli “Stati Generali del Gioco”. Il discorso introduttivo è stato tenuto da Giorgio Benvenuto, presidente della Fondazione Bruno Buozzi, che ha richiamato con forza l'urgenza di un ampio e responsabile confronto politico, necessario per affrontare in modo efficiente una materia che a sua detta “è oggi regolata da un sistema completamente sbagliato”.
Benvenuto ha sottolineato che l'incontro attuale segue un precedente convegno tenutosi a febbraio, nel quale si auspicava che il riordino del gioco pubblico fosse basato su un dialogo costruttivo tra maggioranza e opposizione. Anche se questo auspicio non si è ancora concretizzato, ha comunque portato all'attuale appuntamento, promosso anche grazie all'impulso delle associazioni di categoria dei concessionari, in particolare dal presidente di Acadi, avvocato Calvia.
Un aspetto critico, secondo Benvenuto, è stato il recente rinvio del decreto di riordino del gioco fisico, posticipato dal previsto agosto 2025 al 31 dicembre 2026. Questo ritardo, seppure utile per favorire un maggiore dialogo, rappresenta un segnale negativo per gli operatori del settore che attendono da tempo una cornice normativa chiara e stabile per un comparto che oggi risulta frammentato a causa di interventi territoriali disomogenei.
Nell'intervento, il presidente della Fondazione Bruno Buozzi ha messo in risalto la necessità di affrontare più seriamente il problema del gioco patologico. Questa è una questione che, nonostante le severe ricadute economiche, familiari e relazionali sui giocatori, rimane ancora troppo marginalizzata nel dibattito pubblico. La sua preoccupazione è rafforzata dai dati allarmanti, come il fatto che l'80% della raccolta derivi dal 20% dei giocatori, un indicatore che evidenzia l'influenza dei comportamenti problematici nel sostenere l'intero sistema del gioco pubblico.
Un altro punto nodale discusso è stato il rapporto tra il gioco fisico e il gioco online. Benvenuto ha osservato come la forte crescita del gioco telematico, favorita da un trattamento fiscale vantaggioso rispetto a quello fisico, stia gradualmente erodendo le entrate erariali, uno dei motivi iniziali che avevano giustificato la legalizzazione del gioco. Questo fenomeno paradossale porta a una situazione in cui lo Stato incassa meno nonostante la continua crescita della raccolta complessiva, che nel 2024 ha raggiunto la cifra record di 157 miliardi di euro, con una spesa superiore ai 20 miliardi.
Nella sua esposizione, Benvenuto ha anche toccato il tema urgente della tutela dei minori, definendolo una vera “emergenza sociale”. I dati indicano infatti una preoccupante diffusione del gioco tra gli studenti minorenni, con stime che parlano di una partecipazione al gioco da parte del 60% dei giovani. Questo rende evidente l'inadeguatezza delle misure di controllo attuali nel gioco online e sottolinea l'urgenza di sviluppare strumenti di verifica più efficaci.
Con un tono critico ma costruttivo, Benvenuto ha infine sottolineato l'incongruenza tra i divieti imposti al gioco fisico – come il divieto di riprodurre le regole del poker nelle slot – e la piena legittimità del poker online, affermando che la normativa appare in alcuni punti “confusa” e poco coerente nel bilanciamento tra tutela e liberalizzazione.
Concludendo il suo intervento, ha riaffermato l'impegno della Fondazione Buozzi, insieme all'intergruppo parlamentare per la sensibilizzazione sui rischi del gioco d'azzardo. L'obiettivo è quello di promuovere un confronto tra politica, operatori, enti locali e società civile che porti a una riforma strutturata, condivisa e duratura. “Il gioco pubblico è una materia delicata: serve dialogo, serve responsabilità, serve una riforma che rimetta al centro la persona e non solo il gettito”, ha dichiarato. E ha concluso con un appello alla politica: “Se la scelta è di continuare così, lo si dica chiaramente. Ma se vogliamo cambiare, allora bisogna farlo in modo serio, ascoltando tutti e agendo con coerenza”.
Fonte e Foto: Jamma.it