Con l'autunno arriva la ripresa dei lavori parlamentari e tra i tanti temi all'ordine del giorno torna centrale la normativa sui giochi. Mentre si avvicina il tempo della legge di Stabilità, il Parlamento è un fermento di proposte e discussioni, cruciali per il settore dei giochi. Proprio in questo contesto, il Senato si trova a valutare un emendamento significativo inserito nel disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza del 2025, presentato dal senatore Antonio Trevisi di Forza Italia.
L'emendamento pone l’accento su un concetto nuovo per il settore del gioco a distanza: l'autoesclusione parziale. Attualmente, gli strumenti di autoesclusione permettono ai giocatori di bloccare completamente l'accesso al gioco, ma Trevisi propone un cambiamento importante. L'obiettivo è consentire ai giocatori di escludersi da singole forme di intrattenimento, invece che da tutto il ventaglio dei giochi disponibili online. Questo potrebbe significare, per esempio, che un utente decida di abbandonare le scommesse sportive mantenendo però accesso ad altri giochi, introducendo quindi una flessibilità non prevista in precedenza.
Secondo il testo emendato, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge, i concessionari dovranno mettere a disposizione sulle proprie piattaforme gli strumenti necessari per permettere agli utenti di effettuare scelte mirate. Questo si inserisce in un contesto normativo già esistente, che richiede ai concessionari di attivare misure per l'autolimitazione, autoesclusione, protezione dei minori e chiare indicazioni sui divieti nelle piattaforme digitali.
Questa proposta, tuttavia, non è esente da critiche. Mentre da un lato si punta a personalizzare i meccanismi di prevenzione del gioco d'azzardo patologico sulla base delle preferenze individuali, dall'altro lato sorgono dei dubbi. È infatti complicato capire se questo tipo di scelta modulare possa davvero rappresentare un passo avanti nella tutela del giocatore a rischio o se, al contrario, non finisca per diminuire l'efficacia delle norme attuali.
Un altro aspetto da considerare è la complessità tecnologica che un simile sistema richiederebbe. I concessionari si trovano davanti all'obbligo di adeguare le loro piattaforme includendo funzioni tecniche avanzate che possano garantire una flessibilità nei meccanismi di esclusione. Potrebbe infatti non essere semplice per tutti i concessionari assicurare un'applicazione uniforme ed efficace di questa nuova strategia di autoesclusione.
Infine, si riflette sull’idea che rendere possibile una scelta modulare possa influenzare la percezione del rischio; sebbene apparentemente si offrano più opzioni ai giocatori, ciò potrebbe portare a una pericolosa normalizzazione dei comportamenti rischiosi legati al gioco d'azzardo, comportamenti che forse richiederebbero misure più drastiche.
Il dibattito che si prospetta al Senato, dunque, è cruciale. La proposta di Trevisi ha il merito di portare alla luce una questione di grande rilevanza: è possibile bilanciare in modo efficace la libertà di scelta del singolo con l'obiettivo di proteggere la salute pubblica dal pericolo del gioco patologico? I legislatori sono ora chiamati a decidere se l'innovazione proposta rappresenti un effettivo progresso nel campo delle politiche di prevenzione o se, al contrario, rischi di compromettere i risultati ottenuti fino ad oggi.