Chiunque abbia mai sperimentato con i mattoncini Lego sa quanto possano essere stimolanti e limitanti al contempo. Il sogno di costruire qualsiasi cosa partendo da semplici blocchi è qualcosa che affascina grandi e piccoli. Tuttavia, questo processo ha sempre richiesto una dose significativa di pazienza, tempo e abilità costruttive. Proprio da questa esigenza nasce il progetto LegoGPT, sviluppato nel cuore innovativo della Carnegie Mellon University, che ambisce a colmare la lacuna tra la creatività umana e la capacità di realizzazione concreta.
Il vero obiettivo di LegoGPT non è infatti costruire complesse opere d'arte o città in miniatura dalla precisione impeccabile, bensì generare modelli semplici ma stabili, facili da realizzare anche per chi non è un esperto. A partire da una semplice descrizione testuale, questo rivoluzionario sistema di intelligenza artificiale è in grado di tradurre le parole in un oggetto costruibile con mattoncini Lego, che attende solo di essere assemblato.
Le sfide tecniche di questo progetto sono considerevoli: i modelli devono adattarsi a un volume massimo di 20 x 20 x 20 unità Lego (corrispondenti grosso modo a 16 x 16 x 16 cm) e devono utilizzare solo otto tipologie base di mattoncini: 1x1, 1x2, 1x4, 1x6, 1x8, 2x2, 2x4 e 2x6. Questo non significa limitare l'ambizione del progetto, che mira a creare oggetti rispettosi dei principi di stabilità e fattibilità fisica.
Il processo impiegato da LegoGPT è alquanto sofisticato. A partire da un semplice prompt testuale, come ad esempio 'divano compatto con design geometrico', l'IA elabora un modello tridimensionale. Successivamente, questo viene convertito in una griglia tridimensionale fatta di voxel, una sorta di pixel tridimensionali. Qui ha inizio la fase di 'lego-lizzazione', in cui il software decide come distribuire i mattoncini per mantenere la forma richiesta, sperimentando diverse combinazioni e scartando quelle non stabili.
Dietro questo progetto pionieristico ci sono ricercatori di spicco come Ava Pun e Deva Ramanan, già noti nel settore per la loro esperienza nel campo dell'intersezione tra visione artificiale e robotica. Il loro obiettivo ultimo è avvicinare la produzione personalizzata al consumatore medio, come illustrato da Ava Pun: il sogno è che basti descrivere un oggetto, come una sedia su misura, per poter ricevere a casa il prodotto reale in pochi giorni. Affinché questo accada, è fondamentale che le intelligenze artificiali generative apprendano non solo le regole estetiche del design, ma anche i principi fisici e ingegneristici che rendono un oggetto fattibile nella realtà.
Attualmente, il sistema è in grado di lavorare solo su una ventina di categorie di oggetti e non include elementi Lego speciali come ruote, cerniere o componenti tecnici. Tuttavia, i ricercatori stanno già lavorando all'espansione della libreria dei mattoncini e alla gamma di oggetti supportati, con l'intento di rendere il metodo applicabile non solo al mondo Lego, ma anche alla produzione reale, utilizzando materiali e componenti diversi.
Ad oggi, Lego stessa non ha emesso alcuna dichiarazione ufficiale in merito a questo progetto innovativo. Tuttavia, è facile immaginare l'interesse di un colosso del loro calibro su un'iniziativa che ha il potenziale di rivoluzionare il modo di pensare alla costruzione e alla progettazione fai-da-te. Anche se LegoGPT è attualmente in una fase ancora sperimentale, rappresenta già il primo passo verso un futuro in cui sarà possibile dare forma a concetti astratti in modo concreto e tangibile grazie a un semplice input testuale.