Stefano Vaccari, deputato del Partito Democratico e membro della Commissione Agricoltura della Camera, ha tenuto un intervento illuminante durante un convegno organizzato da I-Com e IGT riguardante il riordino del gioco pubblico. Grazie alla sua esperienza istituzionale e alla sua visione politica chiara, Vaccari ha delineato il complicato percorso normativo che ha modellato l'attuale scenario. Ha criticato l'eccessiva stratificazione normativa e il progressivo smantellamento di fondamentali presidi pubblici. Secondo Vaccari, i problemi fondamentali del settore risalgono al 2003 con l'introduzione del decreto 179, che ha avviato la legittimazione del gioco d'azzardo senza costruire un sistema ordinato.
"Le norme si sono accumulate senza una visione organica, dando spazio alla criminalità organizzata, che è riuscita ad operare sotto una parvenza di legalità", ha affermato. Vaccari sottolinea che la riforma necessitava di una sintesi tra gioco fisico e online, ma è stata divisa per motivi meramente fiscali. "Si è dato priorità al gettito immediato del gioco online, trascurando questioni essenziali per le comunità locali", ha aggiunto. I numeri evidenziano la questione: dal 2004 al 2023, il gioco fisico è rimasto invariato, mentre quello online ha registrato una crescita impressionante, con un incremento di 10 miliardi nella raccolta ma senza parallelo incremento del gettito statale. "Abbiamo creato un settore che muove capitali enormi con un ritorno per lo Stato modesto, mentre il gioco d'azzardo infligge un impatto sociale devastante", ha sostenuto Vaccari. Ha inoltre criticato aspramente le recenti scelte governative, evidenziando lo scioglimento dell'Osservatorio nazionale sul gioco patologico e la fusione del fondo per la prevenzione delle dipendenze in un'unica categoria indistinta.
"È stato eliminato un fondamentale strumento di monitoraggio e cooperazione tra enti locali, servizi sanitari e imprese. La responsabilità sociale sembra ormai assente dall'agenda", ha detto. Vaccari ha portato all'attenzione dati allarmanti, citando statistiche di Caritas e Fondazione Monsignor Di Liegro: solo in Lombardia, il 48% delle persone che si rivolgono agli sportelli è afflitto da dipendenza dal gioco. "Ciò dimostra che il problema ha una portata sistemica, non solo individuale. Per molti, il gioco d'azzardo è un rifugio nella crescente povertà, che porta solo a un ulteriore affossamento", ha dichiarato. Riguardo all'approccio della direzione ADM di Milano sul "gioco responsabile", Vaccari ha apprezzato gli sforzi ma ha evidenziato la necessità di riequilibrare l'offerta. "Nel 2024, è previsto che in Italia vengano spesi ogni secondo 69 euro nel gioco: un ritmo inaccettabile", ha osservato.
Vaccari ha sottolineato che una quota considerevole di partecipanti non gioca per divertimento, ma spinta dalla disperazione. Vaccari ha invocato una riforma omnicomprensiva che integri regolazione, prevenzione e lotta all'illegalità, senza soluzioni parziali. Ha criticato la mancata attuazione di tecniche per contrastare l'infiltrazione della criminalità organizzata, in particolare nel gioco online, malgrado risultati evidenti delle indagini giudiziarie. "Sapevamo quali canali usava la 'ndrangheta per riciclare denaro tramite il gioco e le soluzioni erano a disposizione, ma non sono state adottate", ha aggiunto. Concludendo, Vaccari ha ribadito la necessità di una riforma integrata e di una leadership statale forte, che bilanci le esigenze fiscali con i diritti dei cittadini. "Non possiamo trasferire il peso sui comuni e sulle famiglie. Serve un progetto di salute pubblica e coesione sociale. Le buone intenzioni non bastano per governare un fenomeno che rischia di diventare una piaga strutturale per il nostro Paese", ha concluso.
Fonte e Foto: Jamma.it