La Corte Costituzionale italiana si trova oggi a esaminare una questione di estrema rilevanza che potrebbe ridefinire l'approccio normativo alla regolamentazione del settore dei giochi e scommesse: l'automatismo delle sanzioni amministrative pecuniarie per violazioni relative all'uso di terminali telematici o "totem" nei locali commerciali. Questa analisi cerca di trovare un equilibrio tra libertà economica e tutela della salute pubblica, un tema che continua a suscitare dibattiti accesi nel contesto legale e politico italiano.
Contesto Legale e Giudiziario
Il caso dinanzi alla Corte trae origine da un'ordinanza del Tribunale ordinario di Viterbo, che ha sollevato dubbi sulla costituzionalità dell'articolo 1, comma 923 della legge 208/2015. Tale disposizione prevede una multa fissa di 20.000 euro per gli esercenti che violano il divieto di installare nei propri spazi commerciali terminali per giochi e scommesse online, come prescritto dall'articolo 7, comma 3-quater del decreto-legge 158/2012, noto anche come decreto Balduzzi.
Il Tribunale di Viterbo ha avanzato perplessità sul fatto che una sanzione di tale entità, imposta senza margine di discrezionalità in funzione della gravità della violazione, possa violare il principio di proporzionalità. Si richiama l'attenzione specifica sugli articoli 3, 41 e 42 della Costituzione italiana, che garantiscono rispettivamente l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, la libertà di iniziativa economica privata e la tutela del diritto di proprietà.
La Proporzionalità delle Sanzioni
La questione della proporzionalità è centrale in questo dibattito. Essa non riguarda solo la conformità delle sanzioni agli ordinamenti costituzionali italiani, ma coinvolge anche il rispetto delle normative internazionali, come evidenziato dall'articolo 117 della Costituzione italiana in combinato disposto con l'articolo 1 del Protocollo addizionale alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
La giurisprudenza costituzionale ha, infatti, ribadito più volte, come nelle sentenze n. 112/2019 e n. 185/2021, che la proporzionalità deve essere un elemento cardine anche nelle sanzioni amministrative, similmente a quelle penali. La risposta sanzionatoria deve essere congrua e commisurata alla reale gravità del fatto.
Proposte e Critiche
Per risolvere l'impasse, il Tribunale di Viterbo ha suggerito un approccio più flessibile, proponendo di applicare una cornice edittale simile a quella prevista per le violazioni del divieto di giochi da parte dei minori, sancita nel decreto-legge 98/2011, con multe variabili tra 5.000 e 20.000 euro. Questo modello consentirebbe una migliore calibratura delle pene, migliorando l'equilibrio tra efficacia sanzionatoria e rispetto dei principi costituzionali.
Dall'altro lato, l'Agenzia delle dogane e dei monopoli si oppone a modifiche, sostenendo che il sistema attuale è indispensabile per scoraggiare seriamente le infrazioni e preservare il regime concessorio dei giochi pubblici. Essi ritengono che le peculiarità del settore, regolate da normative specialistiche, giustifichino un approccio più rigido e che la direttiva europea sul commercio elettronico non risulti applicabile in questo contesto specifico.
Potenziali Implicazioni
La decisione della Corte Costituzionale avrà un'influenza critica non solo per l'esercente coinvolto, ma anche sull'intero sistema sanzionatorio relativo ai giochi d'azzardo. Un pronunciamento favorevole alla questione di costituzionalità potrebbe innescare una revisione legislativa che modifichi radicalmente le attuali norme sanzionatorie, ottimizzando il bilanciamento tra gli interessi economico-imprenditoriali e le esigenze di salute pubblica, in un settore da sempre al centro di intense controversie.
In conclusione, questo caso rappresenta un banco di prova per il processo legislativo e giurisdizionale italiano, che deve confrontarsi con il compito difficilissimo di armonizzare principi costituzionali fondamentali con esigenze pratiche e di tutela sociale nel panorama complesso e in continua evoluzione dei giochi e delle scommesse. La decisione della Corte, qualunque essa sia, rappresenterà un punto di riferimento per le future regolamentazioni e per la prassi applicativa nei confronti delle libertà economiche in contesti regolamentati.
Fonte: Jamma.it