Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per il Lazio ha temporaneamente bloccato il procedimento riguardante il ricorso presentato contro l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM). La controversia nasce dalla sanzione di 75.000 euro comminata da AGCOM per presunta violazione dell'art. 9, comma 1, del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, noto come 'decreto dignità', che vieta la pubblicità relativa a giochi e scommesse con vincite in denaro.
Il ricorrente contestava la proporzionalità della sanzione, sollevando questioni di diritto simili a quelle già affrontate in precedenza dal TAR, che aveva espresso dubbi sulla legittimità costituzionale dell'art. 9, comma 2, del decreto dignità. Questa questione è attualmente all'esame della Corte Costituzionale, il cui pronunciamento è cruciale per la definizione del caso.
Il TAR ha motivato la sospensione richiamando un precedente orientamento dell'Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, che consente la sospensione del giudizio principale in attesa della decisione della Corte Costituzionale su una questione di legittimità sollevata in un'altra causa. Il tribunale ha escluso la presenza di elementi che ostacolassero tale sospensione, in conformità con l'art. 295 del codice di procedura civile (c.p.c.).
Di conseguenza, il TAR ha ordinato la sospensione del giudizio, stabilendo che spetterà alle parti coinvolte richiedere la fissazione di una nuova udienza per la prosecuzione del procedimento. Tale richiesta dovrà essere presentata entro i termini previsti dalla legge, a partire dalla data di pubblicazione della decisione della Corte Costituzionale sulla questione di legittimità costituzionale.
La vicenda solleva importanti interrogativi sull'equilibrio tra la tutela della salute pubblica, in particolare dei soggetti più vulnerabili al rischio di dipendenza dal gioco d'azzardo, e la libertà di impresa e di espressione commerciale. Il 'decreto dignità', fortemente voluto dal governo Conte I, ha rappresentato una stretta significativa sulla pubblicità del gioco d'azzardo, con l'obiettivo di ridurre l'esposizione dei cittadini a messaggi potenzialmente incentivanti comportamenti rischiosi. Tuttavia, la sua applicazione ha generato un ampio dibattito e numerosi contenziosi, con operatori del settore che ne contestano la legittimità e la proporzionalità.
La decisione della Corte Costituzionale avrà un impatto significativo non solo sul caso specifico, ma anche sull'intero quadro normativo che disciplina la pubblicità del gioco d'azzardo in Italia. Si tratta di una materia complessa, che richiede un approccio equilibrato e una regolamentazione chiara e coerente, capace di tutelare efficacemente la salute pubblica senza penalizzare eccessivamente le attività economiche del settore. Resta da vedere se la Consulta confermerà la validità del 'decreto dignità' o se, al contrario, ne individuerà profili di illegittimità, aprendo la strada a una sua revisione.