Una svolta importante ha caratterizzato la vicenda giudiziaria che coinvolge Crotone nel contesto di una controversa indagine su presunte scommesse abusive. Un'importante decisione del Tribunale del Riesame ha portato alla caduta delle misure cautelari precedentemente imposte nei confronti di quattro individui, a seguito delle argomentazioni avanzate dai loro legali, gli avvocati Tiziano Saporito e Massimiliano Morello. La corte, infatti, ha ritenuto insufficienti le prove a carico e ha sollevato l'assenza di esigenze di custodia cautelare, procedendo quindi con l'annullamento degli arresti domiciliari disposti lo scorso 23 settembre.
I protagonisti di questa vicenda giudiziaria sono quattro uomini, tra cui NM di 47 anni, originario di Policoro ma residente a Crotone, insieme a GS (45), MS (41) e GP (46). Quest'ultimo era l'unico a dover anche rispondere di un'accusa di estorsione. La posizione di due degli indagati si complica ulteriormente a causa dei ruoli istituzionali che ricoprono, facendo chiarezza sulla delicatezza della questione.
L'origine dell'inchiesta risale a un controllo congiunto effettuato da parte della Polizia di Stato e dell'Agenzia delle Dogane presso un centro scommesse, culminato con una denuncia da parte del titolare dell'agenzia. L'uomo aveva raccontato alla Squadra Mobile di esser stato minacciato per un debito derivante da giocate non regolari. Da qui, l'indagine ha preso piede, portando a sospetti che gli indagati gestissero scommesse sportive anche per via telefonica e online, collaborando con operatori esteri non autorizzati in Italia. Significativamente, gli inquirenti non hanno però contestato ai sospettati alcuna associazione a delinquere.
La difesa ha puntato l'attenzione su diverse criticità, sottolineando la mancata esecuzione di interrogatori di garanzia che, secondo le ultime norme, avrebbero dovuto precedere le misure cautelari. Inoltre, la difesa ha contestato l'utilizzo delle intercettazioni, inizialmente autorizzate per l'accusa di estorsione e poi usate per sostenere le accuse legate alle scommesse, nonostante la normativa non lo permettesse per quest'ultima fattispecie.
Gli avvocati dei sospettati hanno descritto le attività come sporadiche e poco strutturate, prive di adeguata organizzazione e di reale redditività. Una testimonianza chiave ha citato un uomo noto alle cronache locali, Pantisano, il quale avrebbe abbandonato tale iniziativa per la sua scarsa remuneratività. Tali elementi hanno portato il Tribunale del Riesame a concludere che non vi fossero le basi per continuare a mantenere le misure cautelari, permettendo così agli indagati di tornare in libertà.
Questo caso mette in luce le numerose complessità del sistema giudiziario e l'importanza del diligente esame delle prove alla base di qualsiasi misura restrittiva delle libertà personali. Le conseguenze di questa decisione non solo pongono nuovamente sotto i riflettori la gestione delle indagini a livello locale, ma sollevano importanti interrogativi sulla necessità di una rigorosa adesione alle procedure legali, anche in fase investigativa.