Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia, Sezione Terza di Lecce, ha emesso un provvedimento cautelare a favore di un esercente di Mesagne, una cittadina situata in provincia di Brindisi. Questo esercente si era visto revocare la licenza di Pubblica Sicurezza per la gestione e la commercializzazione dei giochi pubblici dalla questura locale il 27 giugno scorso, una decisione che aveva seriamente minacciato la sua attività.
Il cuore del caso verte su aspetti procedurali. Il TAR ha contestato la decisione dell'amministrazione locale di annullare d'ufficio la licenza. Secondo il giudice, la revoca non ha rispettato il principio del contraddittorio. Questo principio è un pilastro della giustizia amministrativa, che garantisce agli interessati la possibilità di difendere le proprie posizioni. Inoltre, il TAR ha ritenuto la motivazione della revoca insufficiente, esprimendo dubbi sulla solidità delle basi giuridiche sostenute dall'amministrazione per giustificare tale drastico provvedimento.
Un altro punto critico riguarda la normativa regionale sulle distanze dai luoghi sensibili, una misura introdotta per proteggere determinate aree dall'eccessiva vicinanza a sale giochi e punti di scommessa. Secondo il TAR, la questura potrebbe non aver adeguatamente considerato questi parametri nel suo calcolo, in particolare ignorando i percorsi pedonali obbligati, come dettato dal Codice della Strada. Queste omissioni possibili potrebbero aver influito sulla legittimità del provvedimento di revoca della licenza.
Un ulteriore aspetto di rilievo riguarda il riconoscimento da parte del TAR di un “pregiudizio grave e irreparabile” che la revoca avrebbe causato al ricorrente. Questo pregiudizio si riferisce alla minaccia immediata per l'attività economica e, di conseguenza, per il sostentamento del titolare e dei suoi dipendenti, un elemento che ha pesato nella decisione di sospendere con effetto immediato il provvedimento della questura.
La vicenda, tuttavia, è tutt'altro che conclusa. Essa crescerà in complessità e continuerà a evolversi fino all'udienza pubblica fissata per il 29 aprile 2026. Durante questa udienza, il TAR entrerà nel merito della questione, valutando ulteriormente tutti gli elementi portati dalle parti in causa. La data è ancora lontana, ma per il momento la decisione offre una tregua e una speranza per l'esercente di Mesagne, il quale può continuare la sua attività in modo regolare.
Questa vicenda mette in luce questioni rilevanti riguardanti la regolamentazione dei giochi pubblici, la trasparenza delle decisioni amministrative e, soprattutto, l'equilibrio spesso delicato tra la legittima necessità di regolamentazione da parte dello Stato e i diritti dei singoli esercenti a fare impresa. Il caso costituisce un esempio significativo di come il quadro legale italiano intervenga per garantire che le sanzioni amministrative siano giustificate e che coinvolgano pienamente le parti interessate nella discussione delle decisioni che le riguardano direttamente.