Alla luce di un crescente dibattito sulle sponsorizzazioni sportive, un'intricata questione ha sollevato polemiche all'interno del Senato italiano. Un'interrogazione presentata dai senatori del Movimento 5 Stelle – Luca Pirondini, Ada Lopreiato, Elisa Pirro e Dolores Bevilacqua – si concentra sulla sponsorizzazione di un celebre club della Serie A da parte di un operatore di gioco sprovvisto di licenza italiana. Questo caso evidenzia le sfide nel garantire la legalità e integrità nello sport e la sicurezza dei consumatori, specialmente in un periodo di intensi dibattiti sulla potenziale reintroduzione della pubblicità del gioco con vincita in denaro.
Malgrado l'assenza di una licenza ufficiale, la piattaforma di gioco è facilmente accessibile agli utenti italiani, avendo registrato un totale di circa 497.000 visite dall'Italia nel periodo dell’ultimo trimestre del 2024, come riportato dai dati di SimilarWeb. Nonostante non ci sia pubblicità esplicita sulla divisa del club o sul sito ufficiale nella sezione dedicata agli sponsor, il rapporto tra la società di gioco e il club di calcio è stato attivamente promosso tramite social media e comunicati stampa. Questo ha sollevato dubbi sulla conformità del contratto alle normative esistenti, inducendo i senatori a richiedere chiarimenti.
Nelle ultime settimane, il ministro dello Sport, Andrea Abodi, insieme a Gabriele Gravina, presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, ha espresso una posizione favorevole all'allentamento delle rigide restrizioni sulle pubblicità legate al gioco, precedentemente imposte dal decreto Dignità. Questo apertura ha incontrato la fermissima opposizione del Movimento 5 Stelle, preoccupato sulle ricadute sociali e morali di una tale iniziativa.
I senatori hanno messo in evidenza che, in caso di attività senza licenza, l'Agenzia delle dogane ha la possibilità di ordinare il blocco del sito incriminato e irrogare sanzioni ai responsabili. Tuttavia, sembra che fino ad ora nessuna azione sia stata intrapresa. Inoltre, la recente legge delega per la riforma fiscale del 2024 ha fissato un notevole costo di 7 milioni di euro per ottenere una licenza valida per nove anni, evidenziando la cruciale importanza di una concorrenza equa e della protezione dei consumatori da pratiche illecite.
Questa interrogazione arriva in un contesto in cui l'equilibrio tra il sostegno finanziario allo sport e il rispetto delle normative giuridiche e morali rappresenta una sfida di primo piano. Resta da vedere come il Senato intenderà procedere per rispondere alle problematiche sollevate dai senatori del Movimento 5 Stelle e quale impatto avranno queste discussioni sul futuro delle sponsorizzazioni sportive in Italia.