A Firenze, la nota capitale del Rinascimento, si sviluppa un'interessante trama calcistica che vede protagonista Moise Kean. Non è più semplice cronaca sportiva, ma una vera e propria sfida tattica che l'allenatore Stefano Pioli sta affrontando con una strategia fuori dall'ordinario. La stampa nazionale e, in particolare, La Gazzetta dello Sport pongono infatti l’attenzione su un dibattito che potrebbe sembrare paradossale: ridurre il numero di attaccanti per aumentare l'efficacia in attacco.
L'obiettivo dichiarato da Pioli è chiaro: riportare Kean ai livelli della scorsa stagione in cui aveva realizzato ben 19 gol in Serie A. Per farlo, l’allenatore sta esplorando ogni possibile alternativa che possa permettere al giovane attaccante, ex Juventus, di essere nuovamente prolifico davanti alla porta. Nonostante il talento, infatti, quest'anno Kean non ha ancora realizzato alcun gol in campionato e le sue reti sono arrivate unicamente con la maglia della Nazionale.
La sfida di Pioli non è semplice. Si tratta di far emergere le caratteristiche individuali di Kean, senza che queste vengano intralciate dalla presenza di troppi giocatori offensivi al suo fianco. Una delle ipotesi è quella di schierarlo come unico terminale offensivo, proprio come accadeva nella stagione precedente quando brillava nel massimo campionato italiano. In questo scenario, un alleato in campo potrebbe essere Gudmundsson, che ha il compito di lavorare tra le linee e garantire spazi al centravanti, consentendogli movimenti più liberi e senza vincoli.
Ma Pioli guarda anche ad altri modelli di successo, come quello rappresentato dal Retegui-viola. Un attaccante che completa Kean, capace di aprire spazi preziosi per le sue incursioni senza rubargli la scena in area di rigore. Questo approccio tocca nel cuore la questione cruciale per i viola: come reintegrare Kean nel tessuto offensivo della squadra facendolo tornare ad essere l’incubo delle difese avversarie?.
Pioli è noto per il suo acume tattico e la capacità di adattare la sua squadra alle sfide. La sua idea di fare di Kean l'elemento centrale del reparto avanzato non è dettata solo dalla necessità, ma dalla credo che possa portare frutti all’intero progetto della Fiorentina. La scelta di un attaccante come unica punta è sostenuta dall’evidenza che, quando Kean è in top form, sa come incidere sui destini della sua squadra.
Le prossime partite saranno dunque un banco di prova fondamentale per valutare la lungimiranza di questa strategia. È in gioco non solo il destino di Kean ma anche la possibilità di rilanciare le ambizioni della Fiorentina in una Serie A sempre più competitiva. Tuttavia, se Pioli riuscirà a risvegliare quel fiuto per il gol che in Kean sembra sopito, allora i tifosi della Fiorentina potrebbero presto tornare a sognare in grande, ammesso che tutti i tasselli vadano a incastrarsi al loro posto nel mosaico viola.