In una mossa che rivela la crescente pressione finanziaria sugli equilibri economici della Russia, il Ministero delle Finanze russo ha annunciato l'introduzione di nuove misure fiscali rivolte al settore del gioco d'azzardo. Questa nuova politica fiscale prevede una tassa del 5% sul gioco e un'aliquota del 25% sui redditi dei bookmaker. Queste iniziative si inseriscono in un più ampio piano triennale finalizzato a finanziare le spese per la difesa e la sicurezza nazionale, delineando il quadro di un'economia che ormai non può più fare completo affidamento sui proventi derivanti dalle risorse energetiche e dai fondi sovrani.
L'imposizione sulle attività di gioco non è l'unica misura intrapresa: il pacchetto fiscale comprende un aumento dell'IVA di due punti percentuali, portandola dal 20% al 22%. Tuttavia, per salvaguardare i consumatori più vulnerabili, un'aliquota ridotta del 10% continuerà ad applicarsi su beni di prima necessità quali prodotti per l'infanzia, alimentari e farmaci. Questa inversione di tendenza arriva in seguito alle promesse di stabilità fiscale fatte dal presidente Vladimir Putin all'inizio dell'anno, le quali sono state sconfessate dalla necessità di far fronte a un crescente disavanzo. La governatrice della banca centrale, Elvira Nabiullina, ha infatti avvertito che il deficit di bilancio rappresenta il principale pericolo per l'inflazione, che supera già l'8%.
Sebbene questi cambiamenti siano in primo luogo un segnale politico forte, il loro impatto sul comparto del gioco d'azzardo potrebbe essere immediato. Le nuove disposizioni limiteranno infatti i margini di profitto degli operatori, costringendoli a rivedere payout e quote. Di fronte a uno scenario di manovra ristretto, si profilano due opzioni per le aziende del settore: trasferire parte del peso fiscale sui giocatori, peggiorando le condizioni delle scommesse, oppure ridurre investimenti, sponsorizzazioni e numero di occupati. Entrambi i percorsi potrebbero incentivare il ricorso a canali non autorizzati o piattaforme offshore, minando ulteriormente la base imponibile.
Parallelamente, il governo ha abbassato le soglie di reddito per obbligare anche le piccole e medie imprese a rientrare sotto la rete fiscale, con un obbligo di dichiarazione che scende a 10 milioni di rubli di ricavi annui dai precedenti 60 milioni. Questo provvedimento intende ampliare la base imponibile nel tentativo di sostenere un'economia ora riconfigurata a supporto delle priorità militari e finanziata principalmente da esportazioni energetiche e dall'utilizzo del fondo sovrano.
Questa stretta sull'azzardo, pur contribuendo a produrre gettito fiscale nel breve termine, si estende in un ambito delicato, dove la perdita di tracciabilità dei flussi è un rischio costante. Nel caso in cui i bookmaker riducessero l'offerta o deteriorassero le condizioni di gioco, l'incentivo a rivolgersi a operatori offshore si intensificherebbe, diminuendo ulteriormente la base fiscale che il Ministero sta cercando di incrementare.
In conclusione, l'azzardo si rivela un bersaglio simbolico per il governo russo, volto a trasmettere l'immagine di sacrifici richiesti per consumi considerati "non essenziali". Tuttavia, esiste il pericolo di un effetto boomerang, dove la diminuzione di sponsorizzazioni sportive e il possibile ricorso a canali non regolati possano generare costi sociali maggiori rispetto ai benefici fiscali, proprio mentre l'inflazione e l'aumento dell'IVA continuano ad erodere il potere d'acquisto dei redditi medi.