Dal 12 novembre, almeno in teoria, è scattato l'obbligo di verifica dell'età per gli utenti italiani che accedono a più di 40 siti pornografici. Tra questi, figurano piattaforme molto popolari come OnlyFans, PornHub, Redtube e Xvideos. La decisione, promossa da AGCOM e dal governo, mira a contrastare la diffusione di materiale pornografico tra i minorenni.
Il sistema adottato si basa sul principio del "doppio anonimato", affidandosi a un ente terzo certificato. Questo ente è a conoscenza dell'identità dell'utente che desidera verificare la propria età, ma non dello scopo della verifica. Allo stesso tempo, il sito di destinazione viene informato che l'utente è maggiorenne, senza però conoscerne l'identità. Sistemi di questo tipo sono già stati implementati con successo in altri paesi, spesso su richiesta degli stessi siti, per conformarsi alle normative locali. È probabile che molti di questi siti utilizzino Yoti, una piattaforma leader nel settore della verifica dell'età. Yoti offre diverse opzioni, tra cui l'analisi di un selfie tramite intelligenza artificiale o il caricamento di un documento d'identità. I dati degli utenti vengono archiviati su un server nel Regno Unito e cancellati immediatamente dopo la verifica, che richiede solo pochi istanti. In caso di interruzione della procedura, i dati vengono conservati per un massimo di 24 ore.
Nonostante l'entrata in vigore dell'obbligo, la sua applicazione pratica presenta ancora delle criticità. Alcuni dei principali siti, come PornHub, YouPorn e Xvideos, continuano a richiedere la semplice autocertificazione tramite un pulsante "Ho più di 18 anni", facilmente aggirabile. OnlyFans, invece, si è adeguato alle nuove disposizioni con qualche giorno di anticipo. Il Codacons ha definito il provvedimento "una goccia nel mare", sottolineando che, sebbene la limitazione della pornografia minorile sia una misura giusta, è facilmente eludibile. I contenuti pornografici sono ampiamente diffusi sui social network e sulle app di messaggistica come Telegram. Inoltre, il blocco è limitato agli accessi dall'Italia, mentre è possibile aggirarlo utilizzando una VPN (Virtual Private Network) per connettersi a un server estero e ottenere un indirizzo IP di un altro paese.
Un ulteriore problema è rappresentato dal numero elevato di siti pornografici presenti sul web, ben oltre i 48 interessati dal provvedimento. Questo potrebbe spingere gli utenti italiani a spostarsi su altre piattaforme, potenzialmente più pericolose. Inoltre, i siti coinvolti potrebbero contestare l'obbligo, considerandolo una forma di discriminazione. L'elenco completo dei siti interessati, in ordine alfabetico, è il seguente: Bang, Cam4, Cameraboys.com, Chaturbate, Clip4sale, Faphouse, Gaymaletube, Giochi Premium, Hentai – Ita, Ixxx, Jacquie Et Michel, Joyourself.com, Livejasmin, Liveprivates.com, Livesexasian.com, Lsawards.com, Lsl, Lupoporno, Maturescam.com, Mycams.com, Mytrannycams.com, Olecams, Onlyfans, Porn.com, Porn300, Porndoelive.lsl.com, Porndroids, Pornhdlive.com, Pornhub, Pornzog, Redtube, Solo Porno Italiani, Stripchat, Superporno (Canalporno), Tiava, Tnaflix, Tubegalore, Tukif.love, Xfree, Xhamster, Xhamster Live, Xnxx, Xvideos, Xvideos Red, Youporn.
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