Le autorità sudcoreane hanno recentemente portato avanti un'importante operazione con l'arresto di dieci individui, collegati a una piattaforma di gioco illegale con base in Cambogia. Questo gruppo è accusato di aver orchestrato un complesso sistema di scommesse, attraverso il quale sono state gestite transazioni pari a circa 44 miliardi di won, equivalenti a 30 milioni di euro, in un periodo di 18 mesi. Dei dieci arrestati, sette persone, tra cui il presunto organizzatore, rischiano gravi conseguenze legali per violazioni al National Sport Promotion Act.
La piattaforma ha attirato oltre 11.000 utenti, nonostante il severo divieto di gioco d'azzardo online presente in Corea del Sud. Questo caso ha riacceso il dibattito sulle rigide politiche restrittive vigenti nel paese, che secondo molti esperti, spingono i cittadini a rivolgersi a mercati di gioco d'azzardo esteri. Durante un recente forum organizzato dal Korea Times e dalla Tourism Sciences Society of Korea, accademici e professionisti del settore hanno discusso della necessità di istituire un organismo dedicato al monitoraggio delle attività dei giocatori coreani all'estero.
Significativi sono i numeri diffusi dalla National Gambling Control Commission, che ha sottolineato come nel 2017 i cittadini sudcoreani abbiano speso oltre 4,9 trilioni di won, pari a 3,3 miliardi di euro, in destinazioni di gioco internazionali come Macau e le Filippine. Questo evidenzia un problema crescente di fuga di capitali legato alla rigida regolamentazione interna.
La sfida è ulteriormente acuita dall'emergente concorrenza regionale rappresentata dal progetto MGM Osaka, il primo resort integrato giapponese previsto per il 2030. Le stime indicano che questo nuovo centro attirerà circa 7,6 milioni di visitatori sudcoreani ogni anno, con una spesa stimata di 2,6 trilioni di won (circa 1,7 miliardi di euro), rafforzando così la concorrenza diretta alla Corea del Sud nel settore turistico e del gioco d'azzardo.
L'operazione cambogiana ha portato anche al sequestro di 270 milioni di won, circa 180.000 euro, e al congelamento di ulteriori 120 milioni di won, equivalenti a 80.000 euro di beni, mettendo in luce i limiti degli attuali strumenti di contrasto al fenomeno del gioco d'azzardo offshore. Tale situazione implica una significativa perdita di potenziali entrate fiscali per il governo sudcoreano.
In risposta a queste dinamiche, la Corea del Sud sta considerando una riforma normativa per ridurre il divario competitivo con i Paesi vicini, dove le leggi sui giochi d'azzardo sono più flessibili. Gli esperti sostengono la necessità di sviluppare politiche più moderne, che vadano oltre il sistema attuale, al fine di migliorare la posizione del paese nel settore del turismo e delle scommesse legali.