La Commissione Europea esamina la denuncia contro l'Italia per il Decreto Dignità

La Commissione Europea esamina la denuncia contro l'Italia per il Decreto Dignità

Il divieto di pubblicità al gioco d'azzardo sotto esame per mancato rispetto delle normative UE

Introduzione alla questione

La Commissione Europea ha recentemente accolto una denuncia relativa al mancato rispetto della Direttiva (UE) 2015/1535 da parte dell'Italia. Il cuore della questione riguarda l'articolo 9 del cosiddetto Decreto Dignità, che introduce un divieto assoluto di pubblicità per il gioco d'azzardo, una misura che incide significativamente sui fornitori di servizi digitali. Questa normativa non è stata notificata a Bruxelles come "regola tecnica", un passo fondamentale previsto dalla normativa europea.

Dettagli della denuncia e suoi risvolti

La denuncia ha attirato l'attenzione della Direzione Generale del Mercato Interno della Commissione Europea, che ha evidenziato il carattere obbligatorio specifico che la norma italiana impone sulla comunicazione commerciale relativa a giochi e scommesse, senza seguire la corretta procedura di notifica. Questo è un vizio procedurale rilevante, che è stato ulteriormente amplificato dal contesto giurisprudenziale recente a livello comunitario. Infatti, le decisioni della Corte di Giustizia dell'Unione Europea hanno un impatto profondo e vincolante sugli ordinamenti nazionali.

Un precedente europeo cambia lo scenario

Il 13 marzo 2025, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha emesso una sentenza significativa. Questa decisione era relativa a un procedimento che coinvolgeva una società di gioco online lituana. La Corte ha stabilito che una legge nazionale che impedisce la promozione dei giochi d'azzardo online si configura come una "regola tecnica" e deve, pertanto, essere notificata alla Commissione UE in anticipo. L’art. 9 del Decreto Dignità italiano vieta ogni tipo di pubblicità, diretta o indiretta, sui giochi a premio in denaro, sui social media, trasmissioni televisive e eventi sportivi, collocandosi dunque, secondo la corte, sotto l'obbligo di notifica.

Reazioni e possibili sviluppi in Italia

A seguito di questa sentenza, il Consiglio di Stato italiano ha deciso di sollevare una questione pregiudiziale alla Corte di Giustizia per ottenere chiarimenti sull'interpretazione normativa comunitaria in connessione con il Decreto Dignità. Gli amministrativi italiani sono preoccupati di capire se il divieto assoluto di pubblicità sia in linea con i princìpi di proporzionalità e libera prestazione dei servizi sanciti dall'UE, considerando il mancato rispetto della procedura di notifica richiesta dalla direttiva 2015/1535.

Procedura TRIS e impatti sull'economia digitale

Secondo la Direttiva (UE) 2015/1535, gli stati membri devono notificare alla Commissione ogni progetto normativo che imponga obblighi tecnici ai fornitori di servizi della società dell'informazione, inclusi i servizi di gioco online. Questo obbligo ha il proposito di fare in modo che le normative nazionali non ostacolino il mercato unico digitale. Nonostante ciò, il Governo italiano ha promulgato il Decreto Dignità nel 2018 senza notificare tale obbligo alla Commissione, malgrado il chiaro impatto nel settore della pubblicità online e dei giochi a distanza.

Posizioni e precedenti UE

Paesi come la Lituania e la Svezia hanno recentemente informato la Commissione circa le loro misure relative alla pubblicità dei giochi d'azzardo e la loro supervisione. Alla luce della nuova giurisprudenza della Corte UE, sorge l'opportunità di rivedere anche la posizione della Commissione Juncker, che nel 2017 aveva scelto di non contestare le normative nazionali sui giochi non notificate. Oggi, tale posizione sembra sempre più difficile da sostenere, sia sul piano giuridico che politico, ora che esiste un orientamento ufficiale della Corte.

Implicazioni per il futuro della normativa italiana

L'esame avviato dalla Commissione Europea con l'aggiunta della richiesta del Consiglio di Stato alla Corte di Giustizia potrebbe portare a uno scenario completamente nuovo per gli operatori italiani del settore del gioco. In caso di accoglimento della violazione della Direttiva 2015/1535, l'architettura normativa del Decreto Dignità potrebbe essere compromessa, con gravi conseguenze in termini di sanzioni, controversie legali in corso e future decisioni legislative.

Mentre si attende la sentenza della Corte di Giustizia e le possibili determinazioni della Commissione, il dibattito sulla pubblicità dei giochi d'azzardo torna al centro del discorso europeo e nazionale, suggerendo potenziali riflessi rilevanti per l'intero settore regolamentato del gioco.

Fonte: Jamma.it

Pubblicato Martedì, 06 Maggio 2025 a cura di Marco P. per Infogioco.it

Ultima revisione: Martedì, 06 Maggio 2025

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