La Cina accusata di Hackerare il cervello degli atleti

Il governo cinese nel mirino per lo spionaggio sui biofeedback degli atleti come Sinner e altri campioni

La Cina accusata di Hackerare il cervello degli atleti

Il cervello degli atleti è da sempre un enigma affascinante per scienziati e psicologi. Recentemente, però, è diventato oggetto di un interesse tutt'altro che scientifico. In una serie di rivelazioni sconcertanti, il giornalista americano Pablo Torre, attraverso il suo podcast "Pablo Torre Finds Out", ha sollevato un coperchio di sospetti sul governo cinese riguardo presunti tentativi di spionaggio sui biofeedback cerebrali di atleti di caratura internazionale come Jannik Sinner.

Stando a quanto riportato, le autorità cinesi avrebbero compiuto intrusioni nei sistemi di sicurezza della FocusCam, una tecnologia all'avanguardia di biofeedback ampiamente utilizzata dagli atleti per affinare la concentrazione e potenziare le performance. Il dispositivo in questione impiega un visore che monitora l'attività cerebrale, fornendo un flusso di dati utili per migliorare le capacità mentali. Questo ha reso il sistema particolarmente appetibile per nazioni come la Cina, che vedrebbero in esso un mezzo per sviluppare studenti superdotati e soldati del futuro.

Secondo Torre, le cyber-operazioni sarebbero state condotte sfuttando le vulnerabilità di BrainCo, l'azienda produttrice del dispositivo, con l'obiettivo di decodificare l'andamento delle onde cerebrali dei campioni. Protagonisti inconsapevoli di questo scenario inquietante sarebbero alcuni dei più grandi nomi dello sport mondiale, oltre a Sinner: la tennista polacca Iga Swiatek, la sciatrice americana Mikaela Shiffrin e il pilota di Formula 1 monegasco Charles Leclerc.

L'assunto è stato ripreso da Riccardo Ceccarelli, consulente di Formula Medicine, che collabora strettamente con Sinner. Ceccarelli, che ha seguito personalmente il tennista in vari tornei del circuito ATP, ritiene che non solo Sinner, ma molti atleti di élite possano essere stati presi di mira.

Queste operazioni di hacking, se confermate, pongono drastiche questioni su quale tipo di etica guidi alcuni governi nelle loro politiche di avanguardia tecnologica. Il rischio è di innescare una nuova corsa agli armamenti, stavolta cerebrali, con potenziali ripercussioni tanto sul mondo dello sport quanto sulla sicurezza internazionale.

Il report di Torre ha riportato l'attenzione sull'importanza di salvaguardare la privacy degli atleti e sulla necessità di strutturare difese migliori contro le minacce tecnologiche contemporanee. In un'epoca in cui i confini tra sorveglianza e innovazione sono sempre più sfumati, è cruciale mantenere alta la guardia e stabilire normative più severe per la protezione dei dati sensibili.

L'avvento di questi scenari prefigura un futuro incerto non solo per lo sport, ma anche per qualunque ambito dove il potenziale umano possa essere misurato e migliorato digitalmente. Mentre il mondo cerca di adattarsi alle nuove realtà tecnologiche, la vicenda svela una preoccupante zona d'ombra su cui il dibattito etico e politico è destinato a intensificarsi.

Pubblicato Venerdì, 19 Settembre 2025 a cura di Marco P. per Infogioco.it

Ultima revisione: Venerdì, 19 Settembre 2025

Marco P.

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