Cassazione: modifiche sul Preu nei giorni di chiusura

Storica sentenza: esercizi di gioco pubblico possono contrastare il calcolo forfettario in assenza di attività

Cassazione: modifiche sul Preu nei giorni di chiusura

Un'importante sentenza della Corte di Cassazione, emanata dalla sezione tributaria, ha stabilito un precedente significativo, impattando direttamente sul modo in cui il prelievo erariale unico (PREU) viene applicato sugli apparecchi da gioco. La decisione è scaturita dal rigetto del ricorso presentato dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), confermando il diritto per i contribuenti di contestare l'inapplicabilità del PREU nei giorni di chiusura, persino nei casi dove l'accertamento avviene in via induttiva.

La controversia ha avuto inizio quando un esercente della Puglia è stato citato dall'ADM per il mancato pagamento del PREU. L'ADM ha applicato una tariffa forfettaria di 560 euro giornalieri per ogni apparecchio, considerato carente di memorizzazione corretta dei dati. Tuttavia, è emerso un problema: la tariffa è stata applicata anche nei giorni in cui l'esercizio era chiuso. Il contribuente ha obiettato tale metodo, sottolineando come non ci fosse raccolta di somme durante quei giorni, rendendo infondata la pretesa fiscale.

Inizialmente, sia la Commissione Tributaria Provinciale di Bari che la Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Puglia hanno dato ragione al contribuente, dichiarando irragionevole l'estensione della tassa forfettaria ai giorni di inattività. Secondo la giurisprudenza, è noto che nei periodi di chiusura non avviene alcuna attività di raccolta. Questa logica è stata centrale per la difesa del contribuente.

Nonostante il tentativo dell’ADM di giustificare l'approccio induttivo basato sull’articolo 39-quater, comma 3, del Decreto Legge 269/2003, che avvalora un calcolo forfettario in caso di apparecchi manomessi o con dati illeggibili, la Cassazione ha respinto questa interpretazione. La norma permetteva sì il metodo induttivo, tuttavia non negava al contribuente la possibilità di presentare prove contrarie. È stato chiarito che questo approccio non trasforma la presunzione in una verità assoluta, ma è un semplificatore probatorio che non può privare i diritti di difesa degli esercenti.

Alla luce della documentazione fornita dal proprietario dell'esercizio, le prove sono state sufficienti per escludere dal conteggio i giorni di chiusura, decretando come illegittimo l'operato dell’ADM. La Suprema Corte ha così confermato le sentenze precedenti a favore del contribuente, rigettando definitivamente l'appello dell’ADM.

Questa sentenza si presenta come un punto di riferimento cruciale per gli operatori di sale da gioco, VLT e apparecchi da intrattenimento, consolidando il principio che l'uso del metodo forfettario da parte dell’amministrazione non è inconfutabile. Gli esercenti possono efficacemente opporsi dimostrando l'assenza operativa in determinati giorni, offrendo loro uno strumento difensivo potente nei contenziosi sugli accertamenti induttivi e sul PREU.

Pubblicato Venerdì, 12 Settembre 2025 a cura di Marta B. per Infogioco.it

Ultima revisione: Venerdì, 12 Settembre 2025

Marta B.

Marta B.

Trentasei anni, giornalista pubblicista, lo sport è al centro della mia vita. L'ho praticato con gioia negli anni giovanili (calcio, atletica leggera), lo pratico ora per puro piacere. Lavoro come giornalista free lance e curo prevalentemente articoli di cronaca sportiva e interviste ai protagonisti dello sport, dal calcio fino ai motori.


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