La Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado del Lazio ha emesso una sentenza significativa riguardante le sanzioni amministrative relative a slot machine non collegate alla rete telematica dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM). Accogliendo l'appello presentato dall'ADM, la Corte ha stabilito che la competenza a decidere su tali controversie spetta al giudice ordinario, e non al giudice tributario.
La vicenda trae origine da una cartella di pagamento di oltre 135.000 euro, emessa per sanzioni amministrative applicate a un contribuente e alla società a lui collegata. Le sanzioni erano state inflitte a causa della presenza di apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro non collegati alla rete telematica dell'ADM e sprovvisti della scheda di gioco prevista dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS). Il caso era già passato al vaglio del Tribunale di Roma in sede civile, che aveva confermato le sanzioni, portando poi all'iscrizione a ruolo per la riscossione coattiva.
Inizialmente, il ricorso contro la cartella era stato accolto dalla Corte tributaria di primo grado di Roma. Tuttavia, l'ADM ha presentato appello, sollevando un'eccezione di difetto di giurisdizione. L'Agenzia ha argomentato che la pretesa avanzata non aveva natura tributaria, ma riguardava sanzioni amministrative irrogate in base alla legge n. 689/1981, come specificato nella cartella stessa. La legge 689/1981 rappresenta il cardine normativo in Italia per le sanzioni amministrative, stabilendo principi generali e criteri applicativi per le violazioni non penali.
La Corte di secondo grado ha ritenuto fondata l'eccezione dell'ADM, richiamando una giurisprudenza consolidata e, in particolare, una sentenza della Corte Costituzionale che esclude la giurisdizione tributaria per le controversie relative a sanzioni amministrative non collegate a violazioni di natura fiscale. La Corte ha inoltre considerato irrilevante la presentazione tardiva della sentenza del Tribunale civile e ha respinto l'eccezione di inammissibilità dell'appello basata sulla presunta novità delle questioni sollevate.
Nel caso specifico, la cartella contestata si riferiva esclusivamente alle sanzioni pecuniarie imposte dall'ADM per violazioni dell'art. 110, comma 9, del TULPS, a seguito dell'individuazione di venti apparecchi non conformi installati in vari esercizi commerciali. Il giudizio civile aveva confermato le sanzioni e condannato solidalmente le parti al pagamento.
La Corte ha quindi concluso che il contribuente aveva erroneamente presentato ricorso alla giustizia tributaria. L'impugnazione della cartella avrebbe dovuto essere presentata al giudice ordinario, come previsto dall'art. 615 del codice di procedura civile, trattandosi dell'esecuzione di un provvedimento sanzionatorio non tributario.
Questa sentenza chiarisce un aspetto importante della giurisdizione nelle controversie riguardanti le sanzioni amministrative applicate dall'ADM per violazioni del TULPS. In assenza di una componente tributaria, il contenzioso esula dalla competenza della giustizia tributaria e deve essere trattato in sede civile. Tale distinzione è fondamentale per garantire la corretta applicazione delle norme e la tutela dei diritti dei contribuenti e degli operatori del settore dei giochi.
La decisione della Corte si inserisce in un contesto più ampio di crescente attenzione alla regolamentazione del settore dei giochi e delle scommesse in Italia. Le autorità sono impegnate a contrastare il gioco illegale e a garantire la tutela dei consumatori, in particolare dei soggetti più vulnerabili. Le sanzioni per la violazione delle norme sono sempre più severe e i controlli più rigorosi. Questa sentenza rappresenta un ulteriore tassello in questo processo di riforma e di rafforzamento della legalità nel settore dei giochi.
In conclusione, la Corte di Giustizia Tributaria del Lazio ha stabilito che le controversie relative a sanzioni amministrative per slot machine non collegate alla rete ADM devono essere risolte dal giudice ordinario. La sentenza fornisce un chiarimento importante sulla corretta giurisdizione in materia e contribuisce a rafforzare la certezza del diritto nel settore dei giochi.
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